"Studente" dell'università per anziani fa arrestare un ladro entrato di notte nei locali: vede la luce accesa, dà l'allarme e lo trovano nascosto sotto una cattedra

Va a riprendere l'auto nel parcheggio della Cadorna e nota l'anomalia nella palazzina: suona il campanello e la luce si spegne. Allarme alla polizia e la scoperto del furto. Denunciato e già condannato

Una volante della Polizia in una foto d'archivio

Una volante della Polizia in una foto d'archivio

Arezzo, 31 luglio 2014 - Lo hanno trovato nascosto sotto la scrivania, come un ragazzino preso con le mani nella marmellata. E invece era un ladro, entrato nottetempo nei locali dell'università per anziani, all'ex Cadorna, e tradito quasi alle 2 di notte dall'occhio lungo di un signore che di quella università è studente e frequentatore. Maturo, immaginiamo, il frequentatore dell'università, sessantenne il ladro e il quadro è fatto. Tutto è accadito l'altra notte quando gli agentio delle Volanti hanno arrestato un sessantenne italiano, C.S., pluripregiudicato per reati contro il patrimonio. In particolare, è accaduto che un privato cittadino, alle ore 1,45, andando a riprendere la sua auto lasciata in sosta presso il parcheggio Cadorna, ha notato una luce accesa nei locali dell’Università della Età Libera, da egli stesso frequentata, per cui bussava al portone onde verificare chi a quell’ora fosse ancora all’interno dei locali. Ma l'unico risultato ottenuto è che la luce si spegnesse immediatamente. Insospettitosi, ha chiamato il 113. Sul posto è arrivata una pattuglia in servizio di perlustrazione i cui operatori, in breve tempo sul posto ed entrati all’interno dell’edificio, hanno verificato che era stata forzata una finestra posta a piano terra sul lato restrostante l’ingresso ed inoltre risultavano effratte anche le porte delle varie stanze, verosimilmente con un cacciavite rinvenuto a terra e debitamente sequestrato. Con estrema attenzione e cautela, sono stati ispezionati tutti i vani dell’edificio finché In uno di questi, nascosto sotto una scrivania, è stato scoperto il pregiudicato. Inoltre, sul davanzale della finestra forzata ed utilizzata per penetrare nello stabile, sono state rinvenute due borse contenenti un proiettore e tre personal computer, evidentemente costituenti il bottino dell’azione criminosa posta in essere. Gli oggetti venivano riconosciuti di proprietà dell’Università così come formalmente dichiarato dal Presidente di quell’Istituto, invitato all’ispezione. A lui è stato riconsegnato il contenuto delle borse. Il malvivente, dopo la convalida dell’arresto, è stato giudicato per direttissima e condannato a cinque mesi e 10 giorni, nonché Euro 140,00 di multa, rimesso subito in libertà con obbligo di presentazione giornaliera alla Polizia Giudiziaria