Omicidio di Katia, caccia all'arma del delitto: ricerche fino al torrente

Ma per ora non salta fuori, proprio come il cellulare. In corso la mappatura di tutte le conoscenze della ragazza. Gli inquirenti restano convinti che l'assassino sia della zona e non arrivato da fuori

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Arezzo, 20 luglio 2016 - Sono tornati sul luogo del delitto. Per quattro ore i carabinieri hanno ripreso in modo capillare le ricerche dietro il ponte del diavolo, lì dove il corpo di Katia era stato ritrovato.

E' ripresa la caccia all'arma del delitto, che darebbe una nuova spinta alleindagini, e del telefono cellulare. Altri reperti sono stati trovati, c'è chi dice neanche del tutto irrilevanti ma che comunque secondo i carabinieri non spostano al momento le indagini. In corso la mappatura di tutti i contatti e delle conoscenze della ragazza.

L’assassino vive tra noi. Chi ha ucciso Katia Dell’Omarino non solo frequentava la giovane, ma – secondo le prime risultanze investigative – non ci sono dubbi sul fatto che risieda tra Sansepolcro e San Giustino e che conosca bene il luogo dove la ragazza  stata ritrovata martedì mattina, al Ponte del Diavolo, sulle colline di Sansepolcro. Lì Katia sarebbe stata uccisa e poi lasciata nella scarpata.

Le indagini si preannunciano lunghe. I carabinieri della Tenenza stanno verificando dettagliatamente i tabulati telefonici dai quali al momento non emergerebbero elementi capaci di dare una direzione netta alle indagini. Nessun riscontro, almeno per ora, pure dalle telecamere di videosorveglianza.

Katia era poco «social», non usava Facebook, Whatsapp e non aveva nel cellulare nemmeno una rubrica telefonica con numeri memorizzati. I carabinieri hanno sentito almeno una ventina di persone. E hanno pure raccolto alcune testimonianze, in particolare degli amici del bar di Selci dove Katia, nel fine settimana, era solita trascorrere alcune ore.

Gli amici si sono scritti un loro libro. Secondo loro nelle ultime settimane Katia si era invaghita di un uomo, intorno ai 50 anni, sposato e forse di Sansepolcro che però la faceva infuriare. Non le rispondeva al telefono. «Qualche settimana fa – ha detto uno dei frequentatori del bar di Selci – le abbiamo chiesto se finalmente era riuscita a parlare col ‘suo’ uomo, visto che era un po’ nervosa ultimamente. Lei ha detto: sì, ma ora sono guai...».

Però dai tabulati non risultrerebbero numeri ripetuti ossessivamente. Intanto i familiari vogliono sapere quando potranno dare l’ultimo saluto alla loro congiunta. Si attende la decisione del Pm sulla riconsegna del corpo ai familiari.