Il Csm non chiude il caso del procuratore Rossi: chieste altre carte a Firenze

Dalla procura generale presso la corte d'appello il consiglio superiore della magistratura vuole approfondimenti sui fascicoli a carico di Pierluigi Boschi: quello sulla vendita di Dorna e l'ultimo non ancora archiviato dal Gip

Roberto Rossi

Roberto Rossi

Arezzo, 11 febbraio 2016 - Il Csm non chiude il caso del procuratore di Arezzo, Roberto Rossi. La I Commissione ha deciso di andare avanti nell'istruttoria, chiedendo ulteriori atti al Procuratore generale di Firenze sulle inchieste sul padre del ministro Boschi, l'ex vicepresidente di Banca Etruria, di cui si è occupato Rossi, direttamente o come capo dell'Ufficio.

In particolare la Commissione vuole sapere dal Pg di Firenze qual è stato l'esito di un procedimento per cui nel 2014 la Procura di Arezz, nella persona del sostituto Ersilia Spena nel frattempo diventato Pm minorile a Firenze, ha chiesto l'archiviazione. Si tratterebbe di un'indagine in cui era stato ipotizzato per Pier Luigi Boschi un reato di natura previdenziale. La seconda richiesta di informazione e di acquisizione di atti riguarda invece l'inchiesta legata ad una compravendita immobiliar, quella sulla fattoria di Dorna,  che si è conclusa con l'archiviazione per il padre del ministro in relazione ai reati di estorsione, turbativa d'asta e riciclaggio.

La Commissione vuole in particolare sapere l'esito di un'interlocuzione che c'è stata tra la Dda di Firenze e la Procura di Arezzo su uno dei filoni di questa indagine. La direzione distrettuale antimafia aveva chiesto copia del fascicolo in relazione alla posizione di Francesco Saporito, socio di Boschi nell'acquisto di Dorna, e sospettato di legami, mai provati, con la 'Ndrangheta. In realtà, i Pm antimafia fiorentini restituirono il fascicolo senza comunicazioni e pare che non sia emerso alcunchè a carico di Saporito.

Solo quando arriveranno le informazioni richieste la Commissione arriverà alle sue conclusioni. Il fascicolo del Csm vuole accertare se ci sia mai stata incompatibilità tra il ruolo di Rossi e un incarico di consulenza che lui stesso ha ricoperto per il governo fino alla fine dell'anno scorso.