Guerrina, il Vescovo all'attacco: "La verità avanti a tutto ma senza trasformare in mostro chi è appena indagato"

"La pressione mediatica trasforma troppo presto le persone in colpevoli". E conferma di riferirsi a Graziano. Nuova chiesa: "Nel merito non entro: spero che la politica, chiamata a rilanciare la città, non sia unita solo nel no a questo progetto"

L'arcivescovo Riccardo Fontana

L'arcivescovo Riccardo Fontana

Arezzo, 5 febbraio 2015 - "Noi siamo qui, abbiamo fatto di tutto per aiutare la magistratura a portare a galla la verità sul caso di Guerrina. Però qui abbiamo trasformato in colpevole chi non è neppure indagato, abbiamo dato per scontato siano successe cose tutte da dimostrare. Inseguendo Faustino che è un galantuomo e un professore universitario. E trasformando Graziano in un mostro quando ancora nulla dimostra alcunché sulla sua colpevolezza". L'Arcivescovo Riccardo Fontana incontra i giornalisti, sullo sfondo della Madonna del Conforto e della situazione difficile di Arezzo. "La crisi è alla porta di casa, le richieste sono continue: è questa la vera emergenza per la città e per la provincia". E lancia un appello. "A voltre ho l'impressione che si cerchi più i plebisciti che il dibattito: e questa è una città che ha bisogno di dibattito". Ma come al solito, sollecitato dalle domande dei giornalisti, non si tira indietro per intervenire sul giallo di Ca' Raffaello. "La chiesa per prima ha l'interesse che la vicenda si chiarisca e preghiamo perché questa donna scomparsa torni a casa: ma non è neanche giusto trasformare prima del tempo in un criminale chi per ora è puramente indagato, anche solo con la pressione mediatica". Altro non dice su una vicenda sulla quale conferma solo la vicinanza alla comunità di Ca' Raffaello, "dove sono andato poco prima di Natale. Ho parlato con la gente, ho ascoltato la loro ansia ma l'ho voluto fare senza cercare le telecamere, non ne ho bisogno". Sulla nuova chiesa non entra per non interferire sulla prossima campagna elettorale. "Crediamo che sarà presa una decisione non spinta dall'emotività ma dal diritto e dalle ragioni: su questo non c'è dubbio". E una sferzatina gli scappa: "Certo sarei preoccupato se l'unico filo conduttore della politica aretina fosse il no alla nostra chiesa: mi pare ci sia una città che ha bisogno di altro".