Bpel, i retroscena della frenata Ubi. Presidente prudente: "Salvataggi no, però..."

C'era quasi l'accordo (nella foto l'amministratore delegato Ubi Viktor Massiah): la morsa Bce cambia tutto. Moltrasio: "In consiglio solo quando potremo creare valore per gli azionisti"

Viktor Massiah

Viktor Massiah

Arezzo, 2 ottobre 2016 - Ubo estremamente prudente sull'operazione di acquisto di Banca Etruria e delle sue sorelle. "Non so se si fara' l'operazione, non dipende solo da noi, non siamo nelle condizioni di fare salvataggi". Lo ha affermato Andrea Moltrasio, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Ubi. "Portero' in Consiglio la questione dell'acquisizione delle banche solo quando saremo in grado di creare valore per la nostra base di azionisti - ha detto a margine dell'assemblea degli industriali di Bergamo - purtroppo nella nostra missione non abbiamo il salvataggio, che quindi deve essere fatto in altro modo. Su questo siamo estremamente rigorosi, se possiamo dare una mano al sistema dal punto di vista organizzativo e industriale nell'interesse dei nostri azionisti lo facciamo, ma non siamo nelle condizioni di fare salvataggi, perche' siamo una banca interregionale che abbiamo tenuto solida durante la crisi".

L'affare Ubi-Good Bank-Banca Etruria si era fatto nei giorni scorsi in salita. Le difficoltà arriverebbero non tanto da Bruxelles, dove bene o male una proroga, per quanto implicita, sembra essere stata concessa, quanto da Francoforte, dove alla Bce, nel corso della riunione in videoconferenza del board, sarebbero state chieste al gigante del credito popolare condizioni che vengono giudicate come troppo onerose.

Per questo Victor Massiah, l'amministratore di Ubi, si sarebbe messo in stand-by, come tutto il consiglio di gestione che si è riunito ieri. Nella migliore delle ipotesi ci vorranno giorni per rimediare allo stallo e trovare un piano di compatibilità soddisfacente per tutti. Nella peggiore tutto tornerebbe in alto mare e tornerebbero di attualità le altre manifestazioni di interesse, da Bper ai fondi Usa mai usciti completamente di scena.

Ma in giornata filtrano nuovi particolari: parlano non di una battuta d'arresto per la trattativa sull'acquisizione da parte di Ubi Banca delle 3 banche nate dalle ceneri di Banca Etruria, Cassa Marche e Cassa di Chieti. Un  nuovo round sarebbe  lunedì prossimo. Fonti bene informate, conferma l'agenzia Ansa, assicurano come il supplemento d'inchiesta ottenuto dalla Bce preveda una trattativa con il consigliere delegato Victor Massiah, che riferirà poi al consiglio di gestione il giorno successivo, dunque martedì.

E filtra anche il quadro che ha preceduto questo stop. Fra mercoledì e giovedì pareva tutto fatto. Era stato fissato anche un calendario: subito la videoconferenza con il supervisory board di Bce a Francoforte, poi il giorno dopo, il doppio annuncio praticamente in contemporanea. Ubi al termine di un consiglio di sorveglianza mai effettuato (si è riunito solo il consiglio di gestione, organo non autorizzato a operazioni straordinarie) avrebbe presentato l’offerta, stavolta vincolante, mentre da Bruxelles sarebbe arrivata la dichiarazione ufficiale sulla proroga.

Poi l'intoppo. A Francoforte, giovedì, i falchi di Bce si impongono e stoppano il piano di Massiah, che prevedeva l’incorporazione di Etruria e delle sorelle, in modo da compensare fiscalmente con le loro perdite gli utili di Ubi. Ne sarebbe derivato un vantaggio tale da rendere quasi indolore un aumento di capitale intorno ai 400 milioni. Ma a Francorte si fanno strada le perplessità sul modello contabile di fusione e si chiede un rafforzamento patrimoniale di almeno 600 milioni. Il che fa sballare tutti i piani. 

E' rimasto il "nihil obstat" alla proroga. Il commissario alla concorrenza Margrethe Vestager la dà praticamente  per scontata. La Commissione Ue «può vedere buone ragioni per accettare una proroga» dei tempi di cessione delle 4 good bank. Lo ha affermato la stessa portavoce della commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager, sottolineando che Bruxelles ha «contatti stretti e costruttivi con le autorità italiane per quanto riguarda il prolungamento della scadenza dei termini di vendita delle quattro banche ponte» di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara.

Ubi in testa ma restano aperti tutti gli altri tavoli. C’è la trattativa con Bper, che si è fatta avanti per la sola Banca Etruria, gli americani del Fondo Apollo invece la loro offerta l’hanno presentata per l’intero pacchetto. I giochi si faranno all’ultimo momento, sulla base anche del prezzo, che comunque non si avvicinerà neppure di lontano agli 1-6-1,8 miliardi con cui le banche-ponte sono state ricapitalizzate.

Ubi potrebbe mettere sul piatto tra i 200 e i 400 milioni per Etruria, Marche Chieti, ma solo al netto dei crediti deteriorati per 1,1 miliardi, il che rende il prezzo reale puramente simbolico, perchè il sistema creditizio si dovrebbe spartire le perdite generate dalle sofferenze. Bper sarebbe pronta a un'offerta fra i 50 e gli 80 solo per via Calamandrei.