Morta in auto, il seggiolino inventato dagli studenti di Bibbiena evita queste tragedie

Attivva il clacson e le quattro frecce per segnalare al guidatore che il bimbo è ancora a bordo. Ideata all'Itis, ha già l'ok del Cnr: ma non viene prodotto

Bimba in auto

Bimba in auto

Arezzo, 8 giugno 2018 - Una tecnologia esiste per evitare tragedie come quella di Castelfranco ed  è stata inventata ormai quattro anni fa: era il 2013, dagli studenti dell’Itis «Fermi» di Bibbiena. Si tratta di un seggiolino che avverte se i genitori hanno dimenticato in auto i bambini.

In pratica, funziona così: il seggiolino si attiva quando il motore dell’auto si spegne e la portiera si apre, immediatamente partono una serie di segnali, tra cui il suono del clacson e l’attivazione delle quattro frecce per richiamare l’attenzione del genitore o di chi in quel momento sta trasportando il bambino a bordo. E non è tutto, perché se il guidatore fosse sordo a questi richiami, partono una serie di messaggi che arrivano direttamente al cellulare dei genitori.

Un’idea semplice e geniale allo stesso tempo che ha pure vinto il concorso «InvFactor – Anche tu un genio» e ottenuto un riconoscimento del Cnr. Fatto sta che, oltre alle pacche sulle spalle e a tanti complimenti, quel progetto non ha mai visto la luce. Le ultime notizie riportavano l’impegno dell’assessore Ceccarelli ad informare il governo dell’esistenza di questa tecnologia, cosa che è avvenuta.

Attualmente, però, a che punto sia il progetto di far arrivare il seggiolino su larga scala, non è dato sapere. Fatto sta che il supporto non è mai arrivato nelle auto e ora con l’arrivo del caldo, le tragedie rischiano di ripetersi, come è successo ieri con la piccola di Castelfranco.