Il "Gusto" riaccende piazza Grande: è assalto alle bistecche, giornate record

L'evento dedicato ai sapori aretini richiama come al solito la folla, malgrado il freddo pungente di sera

La piazza del Gusto di sera

La piazza del Gusto di sera

Arezzo, 23 aprile 2017 - L'assalto ai banchi. Prima sabato, quando nel debutto di unevento di quattro giorni la folla comincia ad accalcarsi intorno alla Piazza del Gusto. In parte la sera, dove il freddo limita le code ma nel quale i consumatori giocani d'anticipo, parecchi a tavola fin dalle 19, orario da casa di riposo. E poi il record oggi: per pranzo i numeri si impennano vertiginosi, la corsa al piatto alla brace non si ferma più.

E’ più abile il macellaio che a colpi di coltella ritaglia bistecche esattamente dello spesso peso? O il cliente di turno, impegnato a recuperare al volo bicchieri, posate, piatti pronti a infilare la pendenza della piazza e quindi fatalmente dei tavoli? Forse tutti e due. E’ l’equilibrismo del «Gusto», l’evento gastronomico di primavera, anche se quest’anno anticipato da Streetfood al Prato.

La griglia viene accesa di mattina: e da quel momento sfrigola no stop. Una partenza lanciata per la Piazza del Gusto: e proprio nell’anno in cui le energie devono essere centellinate per quattro giorni. Stavolta l’appuntamento con i sapori aretini è spalmato su tutto il ponte. Ieri il via, e avanti fino a martedì sera, quando si dividerà la ribalta con la Fiera straordinaria, meno antiquaria del solito ma almeno ripescata dal «cestino» dove stava rotolando. Il Gusto intanto riaccende piazza Grande.

Stava già recuperando posizioni: il weekend pasquale, Pasquetta in testa, aveva segnato un top di presenze importanti, il segno che nelle mezze stagioni continuiamo a dire la nostra. Stavolta il freddo ci ha messo del suo: in barba alla temperatura ha scaldato gli arrivi. Chi già si pregustava il primo bagno al mare ha virato secco verso le città d’arte. E qui ha pescato il cocktail tra cultura e gastronomia. La piazza organizzata dall’associazione commercianti mai come stavolta viaggia nel tandem tra gli operatori degli stand e quelli in sede fissa.

L’equilibrio anzi favorisce gli ultimi. Anche perché sono saltati i panificatori: il prolungamento a martedì non permetteva loro di coprire i giorni in cui i forni sono aperti. Il lunedì ma anche il martedì, considerando che quasi tutti i supermercati saranno in azione, con le richieste di pane classiche di un giorno feriale. Le bistecche vanno a tutta: per ora i macellai sono organizzati su 1200 pezzi ma pronti ad alzare il ritmo. In giro gli occhi sono a dollaro, non solo dalle parti della griglia ma anche da quelli dei ristoranti, che allungano i tavolini fino al mattonato.

Tavolini e sedie bianche, quasi il colpo d’occhio un po’ retrò de «La vita è bella», quando Benigni sfreccia in bicicletta. Complice il sole fin da pranzo la gente non mangia: bivacca. C’è chi si ferma sugli scalini disastrati di Fraternita, chi si trattiene ai tavoli quasi un’ora. E c’è chi si mette a ballare, intorno al piccolo palcoscenico centrale, pronto per i cooking show di un’epoca fatta a a immagine e somiglianza dei fornelli. Un break pomeridiano, ma comunque con la vendita continua dei prodotti tipici, e poi la ripresa serale. C’è chi brucia la cena per bruciare in contemporanea anche le code.

E c’è chi allunga il passo della movida, ricalibrando sulla città alta i soliti movimenti del sabato sera. Ne soffrono un po’ i classici santuari degli aperitivi, e che spesso per questo chiedono eventi non solo gastronomici. Quelli verso i quali vira l’Ascom, come conferma a fianco il direttore regionale Franco Marinoni. Ma intanto l’ennesima festa dei sapori viaggia a velocità di arrembaggio. Tra i colpi di coltella alle bistecche e i bicchieri che infilano lo scivolo di piazza Grande.