Cantarelli, c'è paura tra i dipendenti. Sciopero e presidio davanti alla Prefettura

Il prefetto: ora un tavolo permanente

Presidio

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Arezzo, 27 aprile 2017 - IN SESSANTA fuori dalla Prefettura. I dipendenti della Cantarelli stamani si sono presentati in presidio con i sindacati che hanno chiesto un incontro con il Prefetto Clara Vaccaro per ottenere notizie in merito alla procedura.

«Tensione» è la parola che meglio descrive l’atmosfera di una grigia mattina di fine aprile, con una primavera inoltrata travestita da autunno e lo stato d’animo grigio, come il cielo senza sole di questi giorni. NON CHE ci siano state manifestazioni di intemperanza, il presidio è stato assolutamente pacifico, ma la vita dei 250 operai in forze all’azienda di Terontola da ormai circa due anni è costellata di incertezze e paure, sentimenti amplificati dopo il bando andato deserto il mese scorso.

La paura più grande, inutile dirlo, è che la Cantarelli possa chiudere i battenti. Il verificarsi dell’ipotesi non è più così remoto appunto dopo il primo bando andato a vuoto. Ma è proprio su questo punto che il Prefetto ha rassicurato i sindacati: il commissario Leonardo Romagnoli sta continuando a lavorare a 360 gradi per trovare un compratore. Di più, il Prefetto ha mostrato la sua disponibilità a mettere in atto un tavolo di confronto permanente, disponibilità che i sindacati hanno colto al volo, chiedendo fin da subito un altro incontro per la metà del mese. SI DICE soddisfatto dell’approccio alla questione manifestato dal Prefetto Guido Guiducci della Cgil che definisce l’incontro «proficuo»: «Il Prefetto ha dato la sua parola sul fatto che si sarebbe fatto parte diligente verso il commissario in merito alle nostre richieste.

Non abbiamo mai avuto alcun dubbio in merito al fatto che Romagnoli stia facendo di tutto per arrivare all’obiettivo del suo mandato, la vendita dell’azienda. Il fatto è, che accanto al lato procedurale, c’è quello della comunicazione industriale e da questo punto di vista siamo fermi. A fine marzo avevamo chiesto un incontro proprio con il commissario e non abbiamo avuto più riscontro». La questione non è di poco conto e non è neanche meramente formale, continua Guiducci: «Si rincorrono voci in merito alla scarsità del lavoro, alla mancanza di scorte per continuare la produzione. Ma a noi nessuno ha detto niente di ufficiale in tal senso e penso che se le cose stanno così, abbiamo anche noi diritto di saperlo».