
Il grande prato verde dove nascono i portieri
“C’è un grande prato verde dove nascono speranze....” cantava negli anni ‘60 Gianni Morandi. Un prato verde che a Lido di Camaiore si è con il tempo triplicato, visto che in quei prati verdi - il vecchio “Benelli” di via Alfieri, il “Raffaelli” in via Fratelli Rosselli al Magazzeno e infine il nuovo “Benelli” in sintetico sul viale Kennedy - sono sbocciati sei portieri arrivati al professionismo. Se tre indizi fanno una prova, sei indizi ci dicono che evidentemente i preparatori dei portieri del club gialloblù hanno avuto le mani d’oro. L’ultimo prodotto è il sedicenne Tommaso Vannucchi, arrivato alla Fiorentina e già nell’orbita della prima squadra, come terzo portiere, dopo l’infortunio di Sirigu.
Il primo portiere partito dal Lido e arrivato al professionismo è stato a metà degli anni ‘70 Massimo Bianchi, arrivato al “Benelli” dal Piano di Mommio e subito lanciato in prima squadra fra i dilettanti. L’anno dopo, al termine di una stagione da protagonista in Prima categoria, il passaggio alla Ternana in serie B. Per Massimo Bianchi il pallone è stato un giro d’Italia con la tappa in serie A nel Vicenza di Paolo Rossi e di Paolo Rosi (senza però debuttare) e tanta serie C, con l’aggiunta di diverse convocazioni nella Nazionale Under 21, senza però avere la gioia del debutto in azzurro.
Dopo Bianchi, il testimone è passato nella seconda metà degli anni ‘70 a Emanuele Checchi, approdato dalla Fiorentina, vincitore con i gigliati di una Coppa Carnevale. Per lui un paio di panchine in serie A, poi qualche spigolosità di carattere lo hanno ancorato al calcio di serie D. Tecnicamente - a detta di molti tecnici - il più dotato. Oltre a tutto, con un piede (nel calcio di oggi avrebbe fatto faville) da raffinato centrocampista. Dopo Bianchi e Checchi, ecco Paolo Pardini, un ‘62 che è arrivato al professionismo - sempre partendo da Lido di Camaiore - a Pontedera e Carrara. A Pontedera, il giorno in cui Lippi debuttò come allenatore in serie C2, Pardini - con la maglia numero 12 - era al suo fianco.
E ora rullino i tamburi: ecco Stefano Ciucci, lui in serie A ci ha giocato con la maglia del Lecce, poi tanta B e a Foggia e Messina, Pisa, Reggio Emilia e Terni. Uno sei suoi estimatori era Zdenek Zeman. Ciucci era in campo all’Olimpico di Roma il giorno in cui il Lecce - già retrocesso - fece lo scherzetto (che gli costò il titolo) alla Roma.
Riflettori poi su Massimo Gazzoli: dal Lido al Bozzano, poi all’Empoli, quindi un giro d’Italia per poi tornare a casa (Viareggio) dopo avere fatto tanta B (con l’amarezza della mancata promozione in serie A con il Genoa: il grifone finì in serie C per illecito sportivo) e C in quasi tutte le piazze toscana. Dulcis in fundo, Tommaso Vannucchi: per ora è un ‘pitorino’ come età non nel fisico, titolare della Nazionale di categoria. Tra l’altro lo sport è una passione di famiglia e la genetica non sbaglia. Intanto a 16 anni, è andato più volte in panchina in serie A e nella Conference League. Qualcosa vorrà pur dire...