Strage di Viareggio, il corteo del ricordo. Dura contestazione al sindaco

Del Ghingaro trattenuto dal reagire, alta tensione alla marcia nel 13esimo anniversario della strage ferroviaria

Viareggio, 29 giugno 2022 - Dura contestazione al corteo per la commemorazione della strage di Viareggio. Per il 13esimo anno la città si è riunuita davanti al Comune per marciare in ricordo della terribile strage ferroviaria; quest'anno però la tensione è altissima. Non solo perché l'anniversario cade alla vigilia della sentenza dell'appello bis, ma anche perché nelle ultime settimane non si è mai placata la polemica sull'uscita del Comune come parte civile proprio al processo dopo aver riscosso 200mila euro dalle assicurazioni. E se già al recente consiglio comunale aperto c'erano stati momenti di nervi molto tesi, che la serata dell'anniversario non sarebbe stata facile per il sindaco Giorgio Del Ghingaro lo si era capito già negli ultimi giorni, quando in città e nei comuni limitrofi erano apparsi i manifesti con il programma delle celebrazioni, manifesti che riportavano disegnati dei fantasmi a simboleggiare gli "ectoplasmi" delle istituzioni.

Il sindaco Del Ghingaro durante la contestazione
Il sindaco Del Ghingaro durante la contestazione

E infatti alla partenza del corteo è scoppiata la contestazione nei confronti del primo cittadino, che era accompagnato dalla moglie. "Togli la fascia", "Cosa ci fai qui", "Vai a casa" e tanti altri epiteti. E il sindaco appare molto scuro in volto, trattiene a stento la rabbia e sembra sul punto di voler reagire, come si vede nel video. Viene trattenuto, poi alla fine tocca a Marco Piagentini intervenire per calmare i contestatori e proseguire nel ricordo delle 32 vittime della strage.

Il sindaco, nonostante le contestazioni, è rimasto nel corteo e ha partecipato alla manifestazione a cui erano presenti anche esponenti della sua giunta comunale. Numerosa la partecipazione dei cittadini e delle altre istituzioni con i gonfaloni. Presenti anche forze dell'ordine, vigili del fuoco, associazioni di volontariato, rappresentanti dei Comitati di stragi nei trasporti di altri luoghi italiani. Dalle finestre delle abitazioni sono stati esposti striscioni di vicinanza ai familiari delle vittime. Una di loro, Daniela Rombi, aveva chiesto alla città di essere vicina così: "Aprite le finestre e fate rumore appendendo uno striscione". Lo hanno fatto in tanti. Bandiere a mezz'asta negli stabilimenti balneari.

Dopo la "camminata civile" dal municipio a via Ponchielli, passando per la passeggiata, via Mazzini e la stazione, poco prima di mezzanotte previsti i 32 rintocchi dalla Casina dei Ricordi. Prima, interventi e racconti per non dimenticare mai quella sera che ha cambiato per sempre l'anima di Viareggio. 

Giani: "La Toscana non dimentica"

"La Toscana non dimentica quella terribile notte di tredici anni fa a Viareggio. Il pensiero va alle 32 vittime e ai loro familiari, esempio di forza d'animo, legalità e cittadinanza attiva". Così un pensiero del presidente della Regione, Eugenio Giani, affidato ai social. Alla manifestazione ci sono i sindaci della Versilia e i rappresentanti delle istituzioni tra cui l'assessore regionale ai trasporti Stefano Baccelli.

"Ci aspettiamo giustizia"

"Ci si aspetta che sia fatta giustizia e che emerga la verità, e che vengano confermate anche in questo secondo processo di appello le responsabilità stabilite dalla Cassazione". Lo ha detto stasera Marco Piagentini, uno dei superstiti, a cui morirono la moglie e due figli, facendo riferimento all'udienza di giovedì a Firenze per il processo di appello-bis di cui potrebbe esserci sentenza. Lui stesso e un altro figlio piccolo si salvarono ma rimasero gravemente ustionati negli incendi di via Ponchielli. "Sono questi due giorni importanti e faticosi - ha anche detto Piagentini - Oggi è il giorno della memoria e della vicinanza di Viareggio a noi, mentre giovedì c'è un altro passaggio difficile". I familiari delle vittime hanno chiesto alla città di essere numerosi il più possibile al loro fianco quando a Firenze è prevista l'udienza dell'appello-bis in cui la corte dovrebbe andare in camera di consiglio.