REDAZIONE VIAREGGIO

Quella dolce morte di 25 anni fa

Questa storia ha le radici nel passato, 25 anni fa ma è anche di straordinaria attualità. Una storia molto triste...

Il medico legale Gilberto Martinelli

Il medico legale Gilberto Martinelli

Questa storia ha le radici nel passato, 25 anni fa ma è anche di straordinaria attualità. Una storia molto triste perché quando muore un giovane non può essere diversamente. La particolarità della vicenda è che si trattò di una morte ‘voluta’, perché fu proprio la vittima a scegliere di lasciare la vita terrena – era malata, in attesa di un trapianto di cuore – chiedendo a un amico di vecchia data di fargli una serie di iniezioni di insulina (nel corso dell’autopsia il medico legale Gilberto Martinelli ne accertò quattro) che poi avrebbe provocato la morte. In altre parole, "un suicidio assistito" o eutanasia. Sono sufficienti queste parole per capire quale effetto dirompente ebbe all’epoca l’episodio sull’opinione pubblica: un quarto di secolo fa – fine maggio del 2000 – Viareggio, la Versilia e più in generale l’intera provincia di Lucca finirono sui Tg nazionali per lo spessore della notizia, per il suo contenuto etico e religioso, che si prestava a formare due schieramenti contrapposti nell’opinione pubblica. Non che le cose siano cambiate radicalmente… La vittima abitava a Viareggio, l’amico che l’aiutò a morire nella Lucchesia: non fu casuale anche la scelta del luogo della ‘dolce morte’, in un prato vicino a una piccola pieve romaniche sulle colline che incorniciano Lucca, una zona che i due ragazzi conoscevamo a fondo. Il giovane che voleva morire era stato uno studente modello, laureato a pieni voti in filosofia, con molteplici interessi e con la passione per il culturismo. Quando scoprì che il suo cuore si era ammalato e c’era bisogno di un delicato intervento chirurgico entrò in un profondo stato di disperazione tanto da convincersi che l’unica alternativa possibile sarebbe stata la morte. O meglio "una dolce morte". E in questo piano denso di disperazione coinvolse l’amico, anche lui studente modello in un liceo di Lucca e poi brillante universitario a Pisa. Un’amicizia nata sui banchi di scuola e continuata nel tempo. Fino a quel giorno, in cui – dopo averlo convinto che la sua volontà era lasciare questo mondo – le iniezioni di insulina provocarono la morte. Nell’inchiesta diretta dal procuratore capo della Repubblica di Lucca, Giuseppe Quattrocchi Il giovane venne rinviato a giudizio per "omicidio del consensiente".