Strage di Viareggio, uno degli imputati ucciso dal vicino

Salvatore Andronico è stato freddato con il figlio a Sesto Fiorentino. La vittima, al momento della strage, era dirigente del settore sicurezza cargo Trenitalia. In primo grado fu condannato 9 anni

Padre e figlio uccisi a Sesto Fiorentino da un vicino (Fotocronache Germogli)

Padre e figlio uccisi a Sesto Fiorentino da un vicino (Fotocronache Germogli)

Viareggio, 22 ottobre 2018 - A meno di un mese dall’inizio del processo di appello della strage di Viareggio, una notizia terribile, completamente avulsa dal contesto del processo, scuote la coscienza di tutti. Uno degli imputati, Salvatore Andronico, condannato in primo grado a nove anni e sei mesi, è morto. E’ stato brutalmente e vigliaccamente ucciso insieme al figlio da un vicino di casa. A sparare contro padre e figlio ieri mattina a Sesto Fiorentino è stato il vicino di casa Fabrizio Barna, infastidito, a quanto ricostruito dagli inquirenti, dai rumori per i lavori di ristrutturazione nella casa degli Andronico.

Secondo alcuni testimoni l’ingegnere Salvatore Andronico di 66 anni e suo figlio Simone di 31 anni, hanno provato a fuggire, ma sono stati freddati e giustiziati senza pietà dal loro vicino di casa. Gli spari sono stati uditi da diverse persone che nella campagna circostante fiorentina stavano raccogliendo le olive. Una di queste, una donna, ha riferito di aver sentito il calpestio di persone che scappavano e numerosi spari, «come se fosse una raffica». La stessa donna ha chiamato subito il 112 perchè «mi sembrava strano che si trattasse di colpi di cacciatori, nessuno stava cacciando qua. Quindi ho chiesto di venire a controllare». La donna si trovava in un campo a circa un centinaio di metri in linea d’aria su una strada lontana da quelle che portano a via Grilli, dove c’è stato il duplice omicidio.

Questa storia drammatica e assolutamente senza senso, non ha nulla a che vedere, ovviamente, con la vicenda processuale che riguardava Salvatore Andronico. Al momento della strage ferroviaria del 29 giugno 2009 era dirigente del settore sicurezza della divisione cargo di Trenitalia. Secondo la ricostruzione fatta in aula di Tribunale dai Pm Giuseppe Amodeo e Savatore Giannino, l’ingegner Andronico era tenuto all’analisi del trasporto merci pericoloso utilizzati dalla sua divisione e tenuto pertanto alla valutazione dei rischi e a mettere in atto tutti quelli accorgimenti tecnici necessari per migliorare la sicurezza del trasporto ferroviario riguardante il trasporto di merci pericolose. I pubblici ministeri avevano chiesto una condanna di 9 anni. Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Gerardo Boragine, gli ha inflitto una condanna di 9 anni e 6 mesi. Da cui non potrà più difendersi in Appello, come sarebbe stato suo diritto.