Carnevale di Viareggio: Bertozzi vince al primo colpo, è già nell’olimpo

L’ultimo a farlo era stato Simone Politi nel 2000, prima ancora riuscì ad Arnaldo Galli (1962). "Non me l’aspettavo, ancora non ci credo"

La festa dopo l'annuncio (Foto Umicini)

La festa dopo l'annuncio (Foto Umicini)

Viareggio, 10 ottobre 2021 - "E’ successo davvero". Urla sguaiate al cielo, mani che si cercano e si stringono fino a far male, lacrime che si confondono nel cozzare dei visi. "E’ successo davvero". Le pacche sulle spalle, i Queen, colonna sonora di ogni successo, l’ovazione della sua banda. "E’ successo davvero". Luca Bertozzi, con il suo ‘Sotto sotto’, ce l’ha fatta. Al primo colpo, come solo i più grandi sono riusciti a fare, come Arnado Galli nel 1962. L’apoteosi di un percorso iniziato dieci anni fa, con la promozione dalle maschere isolate a quelle in gruppo: da quel momento, l’enfant prodige del Carnevale è stato protagonista di un percorso netto che lo ha portato, anno dopo anno, a scalare le gerarchie del Carnevale. Solo una volta, in seconda categoria, ha ceduto la medaglia d’oro, consolandosi con un secondo posto in seconda categoria, nel 2019. Un cannibale, intelligente nei temi, forte nel colore, efficace nei movimenti, inarrivabile nella modellatura delle sue figure.

false Luca, è successo davvero... "Non me l’aspettavo. Io cerco sempre di essere obiettivo, ma quando lavori a una costruzione come questa, un giorno la ami e il giorno dopo la odi. Poi, dopo il primo corso, ho iniziato ad apprezzare il carro. Sono tornato a respirare aria di Carnevale, ho visto che piaceva alla gente, sono rimasto contento dell’effetto. E ho cominciato a credere di poter fare un buon risultato, anche se puntavo soprattutto al podio". Una vittoria al primo colpo, degna dei migliori maestri. "E’ una cosa che può capitare una sola volta nella vita. E’ una cosa bellissima. E pensare che quando è successo l’ultima volta, con Politi, io ero sul suo carro a fare i movimenti". Quando hai capito che avresti potuto competere per la vittoria? "Sempre e mai. C’è tanta concorrenza, il livello è sempre molto alto in questa categoria. Volevamo far bene già dal primo anno, ma sapevamo di doverci confrontare con gente come i Lebigre, che sono sempre molti forti, o con carri fatti bene come quello di Roberto (Vannucci, ndr ), un maestro che ammiro tanto". Il tuo carro è innegabilmente bello, ma in tanti hanno avuto difficoltà a capire il messaggio. Perché? "Io penso che la cosa più importante, per un carro, sia prendere lo spettatore visivamente. Volendo fare un paragone, un’opera di Puccini si può capire solo se studi il libretto. Ma non serve leggerlo per emozionarsi ascoltando le arie più importanti". In effetti, parlando di arie, un punto di forza del tuo carro sono le colonne sonore. "La parte musicale è quella che lega tutto lo spettacolo, da Enya ai classici Disney". A chi dedichi la vittoria? "A tutta la banda Bertozzi, cresciuta anno dopo anno. Alla squadra che ha lavorato con me, partendo da Francesco; a Silvia e Susanna che hanno curato le coreografie, senza mai stressare le maschere e lavorando soprattutto con amore. E’ questo il nostro spirito: non ci sono forzature e chi viene con noi si affeziona".