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Accertamenti Tari: impianti sportivi come il 'Raffaelli' affrontano tasse elevate

Gli impianti sportivi, come il 'Raffaelli', ricevono accertamenti Tari per migliaia di euro. Il decreto Meloni complica la situazione.

Ugo Dini

Ugo Dini

Grattacapi in vista per le associazioni che gestiscono gli impianti sportivi: quello di Lido al Magazzeno ha già ricevuto un bel gruzzolo da pagare che riguarda un periodo di ben sei anni. Un regalino di Natale che Ugo Dini, il titolare del Raffaelli, ha riportato in Comune chiedendo spiegazioni e una trattativa: "Siamo ligi alle leggi – dice – ma con queste ‘botte’ di spese possiamo anche chiudere".

In sostanza l’accertamento, non ancora esecutivo, impone il versamento delle quote Tari dal 2018 al 2024 per un totale di circa 18mila euro oltre le more dovute al ritardo. Se verrà pagato entro 60 giorni avrà il trattamento di favore previsto dalla legge con decurtazione delle sanzioni aggiuntive. In ogni caso si tratta sempre di una bella somma: "Ci danno un contributo e poi ci tassano" chiosa Dini.

Insomma sembra una beffa. Ma veniamo al regolamento: la Tari è dovuta per gli spazi coperti come spogliatoi o bar di pertinenza dei campi sportivi. In pratica adesso gli impianti sportivi sono equiparati ad esempio ai distributori di benzina. Il decreto Meloni del 2024 applica la tariffa Tari ordinaria oltre al 25% di sanzione, prima era il 30%, ma la suddivisione dell’annualità 2024 può far sorgere dubbi se l’acconto andava versato entro 30 giugno con la sanzione al 30% e il saldo a dicembre con il 25% in più per la multa.

È ammesso il reclamo all’ufficio competente prima di adire la Commissione tributaria con un ricorso ad hoc. In Comuni vicini qualche gestore di impianti sportivi con un reclamo ha ottenuto ‘sconti’ legittimi dovuti al periodo di chiusura per Covid dal marzo 2020 al 2021. Esiste a monte comunque una discrezionalità del Comune legata all’opportunità, termine usato dal decreto Meloni, di non scegliere di ‘accertare’ i mancati versamenti se gli impianti vengono utilizzati da categorie fragili o per fini di solidarietà. Tutto peraltro di fatto e’ di competenza dei Comuni e pare che, in futuro, a Camaiore potranno addirittura essere tassate anche le tribune.