Capitale italiana della cultura, Sgarbi: "Assisi, Orvieto e Spoleto hanno tutte e tre le carte in regola"

Oggi e domani anche la terna umbra alle audizioni delle finaliste a Roma. Intanto il sottosegretario torna sul caso della città della Rupe: "Nessuno spoiler, ho solo espresso un’opinione, non decido io. Però l’intero sistema va rivisto"

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi

Foligno (Perugia), 27 marzo 2023 – “Capitale italiana della cultura’’ 2025: tra previsioni, aspettative e polemiche lo Sgarbi-pensiero crea sempre il caso. E mentre oggi e domani la terna di città umbre candidate al riconoscimento, Assisi, Orvieto e Spoleto, sarà protagonista insieme alle altre finaliste delle audizioni previste a Roma, al Ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, che della Cultura è sottosegretario nel Governo Meloni, torna a strizzare l’occhio all’Umbria ribadendo che "ha tre candidature meritevoli", e torna anche a bomba sul caso-Orvieto chiarendo le sue dichiarazioni precedenti riportate da un quotidiano nazionale: "Ma quale ’spoiler’! Mai detto che vincerà Orvieto, chi ha voluto interpretare e riferire così le mie parole ha fatto una forzatura infondata. Quello che io ho sostenuto è semplicemente che tra le tre candidate umbre, tutte forti, mi piacerebbe che vincesse Orvieto, anche perchè Assisi e Spoleto hanno già altro, una è una conclamata capitale religiosa, l’altra ha anche il Festival dei Due Mondi, mentre Orvieto ha tanto da valorizzare e per di più – ha ribadito – è una città di centrodestra diversamente dalle altre due e dopo tante Capitali tutte di centrosinistra, ne vedrei bene una di centrodestra, tutto qui. Questo non vuol dire certo che voglio condizionare la scelta della giuria , anzi, chi ha forzato questa interpretazione rischia di bruciare Orvieto, inducendo magari la commissione esaminatrice a scegliere altro per evitare che si pensi ad un condizionamento. Io ho solo detto il mio pensiero ma non sono io che decido.

Torno a dire: visto che l’Umbria non ha mai vinto fino ad ora e visto che ha tre candidature meritevoli, avrebbe tutte le carte in regola per esprimere la Capitale italiana della cultura". Per la cronaca quella scelta per il 2024 è Pesaro, mentre per il 2023 la giuria ha optato per Bergamo e Brescia, anche come segnale di rinascita post-Covid. Detto ciò, Sgarbi conferma la stroncatura netta per l’istituzione stessa della ’Capitale italiana della cultura, che considera un errore e definisce un "premio di consolazione, introdotto da Dario Franceschini, rispetto al riconoscimento di Capitale europea della cultura quando fu assegnato a Matera per il 2019". In quel caso - sottolinea Sgarbi - Matera non ebbe in concorrenza una Capitale italiana.

"Se proprio la si vuole mantenere andrebbe ripensato il sistema – aggiunge – nei suoi meccanismi, a cominciare dal fatto che non esistono fasce in base all’entità della popolazione per le città candidate. Questo mette sullo stesso piano piccoli centri e grandi città creando situazioni assurde. Puoi trovare a concorrere insieme Bari e Procida...Tutto il sistema va rivisto, ci vorrebbero almeno due-tre fasce, come dimostra anche quanto accaduto spesso negli anni precedenti. Per il 2025 poi la situazione è ancora più ridicola visto che c’è già una Capitale europea della cultura designata, che è Gorizia insieme Nova Gorica. Perchè non si investe di più e meglio su Gorizia, allora, invece di disperdere energie?"