Visite ed esami, tre mesi di blocco Da smaltire quasi 29mila prestazioni

Il direttore sanitario della Usl 1, Tedesco: "Presto riaperti i calendari per visite a 30 e 120 giorni" Urgenze e follow-up sempre garantiti ma è l’ordinario che stenta a trovare una soluzione

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Il Covid ha fermato la sanità in Umbria. Lo dicono i numeri.

Ed è uno stop che continua a far sentire i propri effetti negativi sui malati ’normali’, quelli che richiedono prestazioni ordinarie – dalla cardiologia, alla radiologia, alla diabetologia – e si vedono rimandare a data da destinarsi visite mediche e esami strumentali. Quasi 29mila prestazioni sono state fermate (nel periodo tra l’8 marzo e il 30 aprile scorsi). Di queste ben 10mila di servizi di radiologia che attendono di essere smaltiti proprio in questo periodo: tutto questo prima di ripartire per la Fase 3 della sanità quella che dovrebbe traghettare i malati verso la normalità.

E quindi riaprire le agende per fissare gli appuntamenti per le ’D’ – ovvero prestazioni e visite entro 30 giorni – e per le P – entro 120 giorni. Mentre le Asl 1 e 2 che gestiscono le prenotazioni attraverso il Cup assicurano che, anche durante il lockdown, sono state assicurate le urgenze, ovvero i codici ’U’ e ’B’, oltre ai follow-up stabiliti dagli specialisti.

Alcuni medici di base hanno ricominciato a fare le prescrizioni, senza attendere il ’via libera’ dell’Asl, e i pazienti si sono riversati nei Cup per prenotare. La risposta del terminale è sempre la stessa. Impossibile, tutto bloccato. "Qualcuno pazienta e capiesce che veniamo da una situazione difficile, altri utenti hanno paura. ’Moriremo tutti, non di virus’ ci dicono quando tentano invano di prenotare", raccontano i farmacisti che gestiscono le prenotazioni.

"Dall’avvio della Fase 2 stiamo recuperando tutte le prestazioni sospese dal 9 marzo scorso – spiega la dottoressa Teresa Tedesco, direttore sanitario dell’Asl 1 – . Dalla prossima settimana inizieremo ad aprire anche le altre agende, al momento siamo in una fase di programmazione". Tra i nodi da sciogliere resta infatti la sicurezza legata all’epidemia. "Visite e controlli – sottolinea la Tedesco – dovranno necessariamente avere un passo diverso. Se prima per una visita si programmavano 15 minuti, adesso dovranno essere almeno 30, per consentire anche la sanificazione dei locali e il distanziamento tra pazienti".

Molto dipende anche dalle disponibilità dei singoli distretti (ospedali e servizi territoriali, ndr). Alcuni stanno ripartendo, altri no". Il Santa Maria della Misericordia, ad esempio, è ancora fermo al 50% delle prestazioni (dato di pochi giorni fa). Alcuni interventi chirurgici – oltre alle urgenze – si stanno effettuando sia all’ex Silvestrini che nelle Cliniche private, in virtù dell’accordo con la Regione Umbria – per garantire percorsi ’puliti’ dal Covid.