Virtuale & reale Così Raffaello torna a Perugia

A Palazzo Baldeschi la mostra che celebra il pittore e la sua eredità. Tra opere e proiezioni immersive

Migration

di Sofia Coletti

Tra proiezioni multimediali e opere d’arte, Raffaello Sanzio mette la sua impronta a Palazzo Baldeschi. E’ qui che ieri, dopo il rinvio dovuto alla pandemia, si è aperta la grande mostra “Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia" che fino al 6 gennaio celebra il sommo pittore a 500 anni dalla morte. E lo fa con una doppia modalità, virtuale e reale, che s’intrecciano in un viaggio organizzato dalla Fondazione Cari Arte e dall’Accademia di Belle Arti.

"Rendiamo omaggio a Raffaello a , che lo ha accolto nel breve ma significativo periodo della sua formazione" dice Cristina Colaiacovo, presidente della Fondazione CariPg Arte a cui si deve la sezione multimediale, curata da Francesco Federico Mancini: è un’esperienza immersiva di forte impatto che attraverso suggestioni visive e sonore permette di ammirare in sequenze le 12 opere realizzate da Raffaello in Umbria, oggi esposte nei musei del mondo. Se ne potranno ammirare i dettagli, accompagnati da una voce narrante e ci sarà la possibilità di “conoscere“ l’artista da bambino, nella bottega del Perugino o a confronto con i maestri grazie a un filmato con attori in costume. Fiore all’occhiello tre opere del Rinascimento umbro appartenenti alla collezione della Fondazione CaRiPg: sono tre maestri – Perugino, Pintoricchio e Signorelli – a cui Raffaello si ispira e con i quali si relaziona quando arriva in Umbria.

C’è poi la sezione espositiva dal sottotitolo “L’Accademia di e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento” realizzata dall’Accademia Vannucci che esalta l’eredità lasciata dall’artista. E’ curata da Alessandra Migliorati, Stefania Petrillo e Saverio Ricci, con il coordinamento di Giovanni Manuali e secondo il presidente Mario Rampini ha fatto tornare alla luce capolavori conservati in Accademia. Presenta quattro parti tematiche e cronologiche e dimostra come, per tutto l’Ottocento, e l’Accademia, furono un vivaio di talentuosi pittori che rielaborano la lezione degli antichi maestri. La mostra è corredata da uno speciale catalogo (Fabbri Editore) definito “covid free“ grazie a un sistema di stampa che non trasmette il virus.