"Violenza-carceri, troppi detenuti psichiatrici"

Bonino (Sappe): "Noi agenti penitenziari siamo in pochi e non formati per gestire questi soggetti. Il Provveditorato di Firenze li scarica tutti qui"

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"Così non si può più andare avanti. Ogni giorno ormai le carceri umbre registrano episodi di violenza, aggressioni a noi agenti o suicidi". Fabrizio Bonino, segretario nazionale umbro del sindacato autonomo polizia penitenziaria ricorda uno degli ultimi fatti: "Domenica un detenuto italiano, psichiatrico di 26 anni, ha aggredito con pugni due agenti di servizio, mandandoli all’ospedale. È successo all’interno della Sezione III B del Reparto circondariale. Stiamo parlando di un detenuto sfollato dalla Toscana e mandato nella “discarica umbra“ dall’ufficio detenuti del Provveditorato". Forte la rabbia, alti i toni della polemica: "Sono anni che denunciamo come l’Umbria sia straziata da questa politica e chiediamo davvero di essere accorpati ad un altro provveditorato meno patrigno – aggiunge Bonino –. Ci stanno affossando. Non è possibile che nessuno paghi. Gli ultimi due colleghi aggrediti hanno uno un trauma cranico e l’altro un occhio nero". Quindi lo sfogo: "Le carceri umbre vivono tutte le criticità e le emergenze del sistema penitenziario nazionale, in particolar modo la carenza organica dei diversi comparti, il sovraffollamento nonché le carenze strutturali di un luogo che non può essere sottoposto ad ulteriori criticità con l’avventata assegnazione di soggetti problematici". Ma quanti sono i detenuti psichiatrici nelle carceri umbre? "La situazione è paradossale. Basti dire che a Terni sono 150 su una popolazione carceraria di 550. Oltre 100 a Perugia, su un totale di 420, e a Orvieto, dove peraltro la Guardia medica è attiva solo fino alle 20 sono 15 su 100. Da quando sono stati chiusi gli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), le carceri si sono riempite di detenuti affetti da gravi problemi psichiatrici. Sono ospitati nelle sezioni detentive, e spesso ubicati nelle celle con altri detenuti che non hanno le stesse difficoltà. Di conseguenza, i poliziotti penitenziari, oltre a essere costretti a gestire la sicurezza delle carceri in grave carenza di organico, devono affrontare da soli questi squilibrati senza alcuna preparazione e senza alcun aiuto. Non è corretto soltanto ammettere l’esistenza della questione dei detenuti con problemi psichiatrici e poi far solo finta di aver risolto un problema che invece sta esplodendo sempre di più nella sua drammaticità". L’Umbria peraltro è l’unica regione d’Italia ancora senza una Rems. "Esatto. E’ indispensabile accelerare i tempi – insiste Bonino –. Peraltro la Rems garantirebbe non solo la giusta accoglienza sanitaria agli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi, ma sarebbe anche una risorsa per il territorio".

D.Miliani