Vaccini Umbria, il 20% ha fatto il richiamo-Pfizer. La Regione sospende Johnson&Johnson

Under 60 vaccinati con AstraZeneca: seconda dose con "M-Rna" a 800 umbri su un totale di 3.900 La professoressa Francisci: "Bisogna continuare su questa strada, unico modo per uscire dalla pandemia"

Pfizer e Moderna al posto di AstraZeneca per il 20 per cento di ‘Under 60’

Pfizer e Moderna al posto di AstraZeneca per il 20 per cento di ‘Under 60’

Perugia, 15 giugno 2021 - Il 20 per cento degli under 60 che dovevano fare la seconda dose con Astrazeneca ha già fatto il richiamo con Pfizer o Moderna. Questo quanto accaduto nel week end in attesa che durante questa settimana e la prossima si proceda a passo spedito. L’Umbria non sembra risentire delle incertezze che si stanno manifestando in altre regioni. Dopo che il Ministero della Salute ha infatti sancito che a coloro che hanno meno di 60 anni, non va più fatto il vaccino Astrazeneca, le perplessità sono cresciute da parte dei cittadini sul farsi inoculare o meno l’altro tipo di vaccino, quello a M-Rna. La Regione in via precauzionale ha anche sospeso agli under 60 la somministrazione del Johnson. Sia il Cts nazionale che l’Agenzia del farmaco (Aifa), confermano che la "strada" da percorrere è questa proprio perché nei giovani il vaccino-anglo svedese ha provocato reazioni importanti.

«L’indicazione va in questa direzione – spiega la professoressa Daniela Francisci, direttore della Clinica di Malattie Infettive all’Università di Perugia a componente del Comitato scientifico regionale –. Non credo quindi che un mio commento personale possa aggiungere o togliere molto. Astrazeneca ha dato problemi sulla classi di età più giovani, anche se la comunicazione spesso contradditoria e confondente ha contribuito a penalizzarlo. Ora però bisogna adeguarsi. La gente ha dubbi è comprensibile, anche se negli ultimi tempi è tutto sempre molto amplificato e lo scetticismo verso il mondo scientifico in Italia cresce in modo preoccupante. Ciò che è accaduto con Astrazeneca – continua Francisci – ha aumentato purtroppo questa condizione di incertezza. Ribadisco comunque, come ho fatto gà in altre occasioni, che l’unica possibilità per continuare a combattere il virus è quella della vaccinazione. Ed è rispettando le indicazioni del Cts nazionale e quelle delle Agenzie europea e italiana del farmaco che possiamo uscirne. Bisogna fare un’analisi dei costi benefici – conclude – e per le classi anziane è evidente che siano maggiori i secondi. Nel giovani, come sappiamo, la possibilità di sviluppare la malattia grave è minore. Ma anche loro – conclude Francisci – vanno vaccinati con i preparati a M-Rna per contribuire a far raggiungere l’immunità di gregge".

Tornando ai numeri è la stessa Regione a far sapere che complessivamente in Umbria i cittadini che avrebbero dovuto ricevere la seconda dose con Astrazeneca erano 3.900. Di questi 800 sono già stati vaccinati con vaccino Pfizer (il 20% appunto).