Usura e riciclaggio, scatta il maxi-sequestro

Indagini del Gico: la donna, 43 anni, residente a Perugia, aveva intestato in maniera fittizia case e quote societarie al figlio e al collaboratore

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C’è anche un locale commerciale a Ponte San Giovanni e un appartamento in provincia di Torino con garage, magazzino e autorimessa, tra i beni sequestrati (per un valore di oltre 600mila euro) a una imprenditrice 43enne di origini piemontesi, ma da tempo residente a Perugia, accusata di aver intestato in maniera fraudolenta immobili e quote societarie al figlio poco più che ventenne e ad un collaboratore (anche loro indagati) per ‘spogliarsi’ di tutto ed eludere, così, eventuali misure di prevenzione patrimoniale.

È stato il Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria delle fiamme gialle ad eseguire il decreto di sequestro preventivo firmato dal gip Margherita Amodeo nei confronti dell’indagata, titolare di una ditta nel settore della consulenza amministrativa e responsabile, secondo la procura, di trasferimento fraudolento di valori. L’imprenditrice, negli ultimi sette anni era già finita sotto la lente d’ingrandimento dei finanzieri del Gico per usura, con l’aggravante di aver agito nella veste di intermediatore finanziario e in danno a persone che si trovavano in stato di bisogno e difficoltà.

Ma anche episodi di truffa (per i quali c’è stata la remissione di querela) esercizio abusivo dell’attività di intermediario finanziario per aver proposto investimenti finanziari in assenza delle autorizzazioni previste dalla legge e reati tributari, come l’emissione di fatture false per operazioni inesistenti. Un vero e proprio ‘sistema’, hanno ricostruito i militari delle fiamme gialle, volto a sottrarre i propri beni ad una possibile applicazione di misure di prevenzione ed agevolare le condotte di riciclaggio.

Ed è a partire dalle transizioni economiche e dagli accertamenti dei flussi finanziari che la guardia di finanza è riuscita ad individuare come ci fosse la ‘regia’ dell’imprenditrice dietro le compravendite di appartamenti, uffici, terreni e delle acquisizioni di quote societarie, per schermarne la reale proprietà. Il giudice per l’udienza preliminare, condividendo le ipotesi accusatorie della procura, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di tutti gli immobili e le quote societarie che la l’imprenditrice ha intestato agli altri due indagati.

Valentina Scarponi