"Su Terni la macchina del fango"

Ordinanza antiprostituzione, interviene l’ex segretaria del Pd, Sara Giovannelli: "Dibattito politico da poco"

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Mentre mezza Italia è impegnata nel tiro al piccione contro il sindaco di Terni per la contestata ordinanza anti prostituzione, a schierarsi a sorpresa dalla parte di Leonardo Latini interviene l’avvocato Sara Giovannelli, ex segretario comunale del Pd. In controtendenza rispetto allo sdegno manifestato dal corposo fronte progressista e grillino, l’avvocato ternano che pure ribadisce la sua distanza dalla destra, definisce "macchina del fango" la mobilitazione a cui si sta assistendo contro il primo cittadino, la cui ordinanza ricalca in realtà analoghi provvedimenti assunti in vari comuni.

In un intervento sui social, Giovannelli scrive: "Terni non si farà riconoscere in Italia per l’ordinanza più o meno strampalata di un sindaco ma per il livello del dibattito politico che è da poco o per restare in tema da strada". Per lei, dunque, piuttosto che mettere in moto la "collaudata macchina del fango", sarebbe stato meglio dire: "Se fossi al governo della città studierei politiche del lavoro per togliere dal marciapiede molte donne e evitare che facciano una scelta di vita estrema". Secondo la ex segretaria Pd è invece "preferibile buttarla a caciara che dare soluzioni e visioni diverse da quelle elaborate dai competitors. E qui stiamo sempre sulla domanda centrale: come ti piace fare politica? Per dare risposte o alzare il polverone a uso e consumo di un like in più?" . L’ordinanza del sindaco Latini - che replica un provvedimento analogo già firmato nel luglio 2020 - è entrata in vigore il primo ottobre scorso ed valida fino il 31 gennaio prossimo. Solo otto le vie e le aree adiacenti del centro e del semicentro interessate dai divieti, individuate anche sulla scorta di segnalazioni da parte di residenti e cittadini.

In queste zone, si legge al punto uno del provvedimento, è "fatto divieto a chiunque di porre in essere comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento, consistenti nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo ovvero nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione". Le multe per chi trasgredisce vanno dai 200 ai 500 euro.