Snobbata la cardiologia, il caso in Regione

Interrogazione di Fabio Paparelli (Pd) sul mancato laboratorio di emodinamica in ospedale dopo il decesso per infarto del 29enne

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Perché il rafforzamento del reparto di cardiologia, deliberato due anni fa dal Consiglio regionale, non è mai stato attuato? E’ la domanda che il consigliere regionale del Pd, Fabio Paparelli (nella foto) ha rivolto con una interrogazione all’assessore alla sanità, Luca Coletto, all’indomani della tragica morte del 29enne Andrea Giudicessa, l’operaio morto d’ infarto tre giorni fa. "Era il 24 febbraio 2020 quando, dai banchi dell’opposizione, annunciammo la presentazione di una mozione che impegnava la Giunta regionale ad istituire, nel nosocomio orvietano, un laboratorio di emodinamica e cardiologia interventistica – afferma Paparelli, –. Vista la disponibilità di una sala operatoria idonea ad ospitare il centro, considerate le distanze per raggiungere gli altri ospedali e tenuto conto delle specifiche caratteristiche geografiche e socio-demografiche del distretto sanitario di Orvieto, questo intervento ci sembrava doveroso e urgente, per permettere alla popolazione di quel territorio, e non solo, dipoter trattare d’urgenza patologie importanti come l’infarto miocardico acuto e l’ictus cerebrale". Paparelli ricorda che la mozione fu approvata all’unanimità a maggio dello stesso anno impegnando la presidente Tesei e l’assessore Coletto a inserire nel nuovo piano sanitario regionale la previsione di una struttura di emodinamica e di cardiologia interventistica all’ospedale di Orvieto. Dopo un anno però, nulla era stato fatto in proposito "e allora-aggiunge il consigliere- proposi un ordine del giorno che prevedeva uno stanziamento di fondi da destinare a tale scopo. L’atto fu bocciato dalla maggioranza di destra, segno che l’impegno assunto in precedenza non sarebbe stato rispettato". L’esponente politico aggiunge anche che a seguito di un dramma come quello accaduto giorni fa, è ancora più chiara l’importanza di realizzare questo centro. "Per le realtà come quella orvietana infatti il problema da affrontare sta proprio nella tempistica non adeguata a trasportare in sicurezza i malati nella più vicina emodinamica al fine di eseguire un’angioplastica primaria nel minor tempo possibile".

Cla.Lat.