"San Pellegrino illumini gli amministratori"

Appello dell’arcivescovo Renato Boccardo per la ricostruzione in occasione della riconsegna delle tre campane alla chiesa parrocchiale

"A San Pellegrino nostro patrono chiediamo di intercedere affinché il Signore metta il sale in testa degli amministratori comunali e provinciali, regionali e nazionali chiamati a gestire la ricostruzione. Noi possiamo protestare, occupare le strade e fare articoli sui giornali ma se non c’è il sale nella testa di chi governa serve a poco".

Sono le parole dell’arcivescovo Renato Boccardo tornato a Norcia in occasione della cerimonia per la restituzione delle tre campane della chiesa parrocchiale di San Pellegrino che erano state trasferite al deposito dei Beni Culturali di Spoleto, dopo il terremoto del 2016. L’idea di far tornare le campane è stata del parroco don Marco Rufini e del presidente della Comunanza Agraria di San Pellegrino, Claudio Leoncilli. Sono state posizionate in una torre campanaria orizzontale realizzata in legno e collocato al lato del centro di comunità che ora funge da chiesa. È stato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, a benedire le campane, fatte poi suonare da alcuni uomini del paese e dal parroco don Marco Rufini, e poi a presiedere la Messa nella festa liturgica di San Pellegrino.

Monsignor Boccardo ha anche fatto gli auguri ad una delle donne più anziane di San Pellegrino che proprio quel giorno compiva 91 anni e che non ha mai abbandonato il paese dopo il terremoto, vivendo prima nelle tende, poi in roulotte ed ora in una soluzione abitativa di emergenza: "Lodiamo il Signore per la lunga vita di Cecilia, costellata anche da tante difficoltà. Chiediamo a San Pellegrino di continuare a proteggere lei e gli altri anziani del paese".

L’affondo verso il mondo della politica ad ogni livello è arrivato nell’omelia, con l’arcivescovo che velatamente ha voluto mettere in evidenza le lungaggini, dovute anche alla burocrazia, che rallentano la ricostruzione sia pubblica che privata. La situazione è ancora piuttosto critica in tutta l’area del cratere sismico e a quasi sei anni dal sisma sono ancora molte le persone che vivono fuori casa.