Risalgono gli attualmente positivi È il secondo giorno consecutivo

E il report settimanale Gimbe mostra che c’è ancora una lieve frenata nel calo dei nuovi casi di Covid in Umbria

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Secondo giorno consecutivo di risalita degli attualmente positivi al Covid in Umbria, dell’1,8 per cento. Sono 9.269 al 3 marzo, 161 in più. In lieve risalita anche i ricoverati negli ospedali, 152, quattro in più, sei dei quali nelle terapie intensive, erano cinque mercoledì. In base ai dati della Regione nell’ultimo giorno non sono state registrate altre vittime, mentre i nuovi positivi sono stati 935 e i guariti 774. Sono stati analizzati 1.812 tamponi e 6.490 test antigenici, con un tasso di positività pari a 11,2 per cento (11,37 il giorno precedente).

E – su tempi più ampi – si rigistra un’altra ieve frenata nel calo dei nuovi casi Covid in Umbria. Il monitoraggio della fondazione indipendente Gimbe evidenzia tra il 23 febbraio e il primo marzo una diminuzione dei nuovi casi del 13,1% rispetto alla settimana precedente mentre tra il 16 e 22 febbraio era stato registrato un meno 16,8%.

"In Umbria la curva dell’epidemia Covid mostra un andamento in diminuzione, anche se meno marcato rispetto alle settimane precedenti"; l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, commenta così il report settimanale elaborato dal Nucleo epidemiologico regionale. Lo studio evidenzia al 1° marzo un’incidenza settimanale mobile per 100mila abitanti pari a 604 (694 quella precedente), mentre l’RDt sulle diagnosi calcolato per gli ultimi 14 giorni con media mobile a 7 giorni si attesta ad un valore di 0,89, sostanzialmente stabile rispetto allo 0,83 del report diffuso il 24 febbraio. L’andamento regionale dell’incidenza settimanale mobile per classi di età conferma tassi superiori alla media per la popolazione tra 3 e 44 anni. Tra quattordicenni e ventiquattrenni si osserva inoltre, un lieve incremento dei tassi, dato in controtendenza rispetto alle altre classi di età in cui si assiste a una riduzione o stabilizzazione. Tutti i distretti sanitari hanno l’incidenza inferiore a mille casi per 100mila abitanti.