Pugno duro di Romizi "Ora misure drastiche"

"Ci affidiamo all’Autorità giudiziaria. Il piano di emergenza dell’azienda non è congruo"

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Il sindaco Romizi stavolta usa il pugno di ferro. Il secondo incendio in 15 mesi della Biondi Recuperi a Ponte San Giovanni ha fatto alzare – e non poco – la tensione e il primo cittadino sente tutta la pressione di un quartiere che si dice stufo di quanto è accaduto. C’è insomma comprensibile preoccupazione – nonostante l’incendio sia stato meno grave del precedente – per le potenziali conseguenze che simili episodi possano provocare.

"Ci affidiamo all’autorità giudiziaria, ma in collaborazione con gli altri enti, si valuteranno una serie di misure non solo rispetto ai possibili danni ma anche sulla possibilità di proporre misure più drastiche, perché non è ammissibile che simili episodi si ripetano con tale frequenza" ha detto ieri il sindaco nel suo intervento in Consiglio comunale, dove ha relazionato su quanto accaduto domenica.

"Deve esserci una valutazione molto attenta sulla capacità di gestione dell’impianto – ha aggiunto –. Nei mesi scorsi l’azienda aveva presentato un nuovo piano per l’emergenza, ma i fatti di domenica hanno messo in evidenza come esso non sia evidentemente congruo. A tal proposito – ha continuato Romizi – ci siamo attivati anche per chiedere all’autorità competente, la Regione, eventuali diffide affinché si adottino tutte le misure complementari appropriate. Dobbiamo inoltre fornire risposte trasparenti e chiare – ha proseguito – a quell’area della città tanto delicata e stanca, anche per valutazioni urbanistiche passate non più attuali. Ribadisco l’impegno diretto dell’amministrazione e la volontà di stare tutti dall’unica parte possibile".

L’amministrazione - ha concluso Romizi – resta in attesa degli ulteriori dati rilevati dai tecnici di Arpa e Usl1, sulla base dei quali saranno assunti i conseguenti provvedimenti, dei quali sarà data ampia divulgazione attraverso tutti i canali istituzionali".