"Mercato, rimuovere l’amianto"

Via Settevalli: ordinanza del sindaco sui 14mila metri quadrati di coperture

Tecnici al lavoro all’ex mercato ortofrutticolo di via Settevalli

Tecnici al lavoro all’ex mercato ortofrutticolo di via Settevalli

Perugia, 15 marzo 2019 -  Le segnalazioni erano ripetute ormai da settimane da parte di cittadini, forze politiche, associazioni di quartiere: dentro all’ex mercato ortofrutticolo di via Settevalli c’è di tutto, ci dormono balordi, senza tetto e spacciatori. E quella che un tempo era una struttura di eccellenza, oggi è diventato il «Mercato della vergogna». Ma non solo: in quell’area c’è anche la questione legata alla presenza di amianto, dato che due anni fa i rilievi della Asl avevano sancito la possibilità di dispersione di polveri dalle coperture in eternit. Alla fine il Comune dopo un pressing asfissiante arrivato da più parti, ha deciso di metterci le mani: il sindaco ha firmato un’ordinanza con la quale impone la rimozione di rifiuti di ogni specie dall’area, la chiusura della struttura e soprattutto, entro tre mesi, la rimozione e lo smaltimento dei 14mila metri quadri delle coperture in cemento-amianto delle sette strutture che un tempo componevano il più importante mercato ortofrutticolo dell’Umbria.

Nel sopralluogo del 21 febbraio scorso sono state rilevati da parte della polizia municipale, Usl e tecnici comunale dell’area Ambiente «l’abbandono di rifiuti, la presenza di strutture obsolete e fatiscenti con coperture in eternit, l’occupazione abusiva di immobili e di comportamenti come lo spaccio e la prostituzione di strada». Insomma un quadro tutt’altro che edificante. Negli ultimi controlli è stato appurata infatti « la presenza di svariati metri cubi di rifiuti sparsi sull’area: calcinacci, laterizi, big bags, parquet, materiale di risulta della rimozione di asfalto, pneumatici fuori uso, sacchi contenenti rifiuti, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, profilattici usati, bottiglie di plastica e vetro, buste di plastica e persino un’auto».

Quanto all’aminato il Comune ricorda che «dopo anni dall’installazione, le coperture subiscono un deterioramento per azione delle piogge acide, degli sbalzi termici, dell’erosione eolica e di organismi vegetali, che determina corrosioni superficiali con affio-ramento delle fibre di amianto e conseguente liberazione di queste in aria».

Da qui l'ordinanza per ripulire entro 15 giorni l’intera area, sia esternamente che internamente agli stabili, «con rimozione e smaltimento dei materiali. Inibizione dell’accesso all’area ripristinando la recinzione con la chiusura completa e duratura di tutte le aperture considerate porte o finestre o comunque accessi». Inoltre entro 90 giorni dalla notifica del provvedimento, il sindaco ha ordinato «la rimozione ed allo smaltimento delle coperture in cemento amianto delle sette strutture pari a circa 14.000 metri quadrati».

m.n.