La provincia di Perugia resta ancora rossa

Amelia è ’libera’. Chiuse scuole e laboratori, ok alla caccia di selezione. Il Report: Terapie intensive al 60% e 277 casi ogni 100mila abitanti

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L’Umbria resta a chiazze, rosse. Come già annunciato, la presidente della Regione, Donatella Tesei ha confermato la zona rossa rinforzata per la provincia di Perugia e per il solo comune di San Venanzo dell’area ternana mentre Amelia esce dalle città sottoposte alla stretta visto l’andamento positivo del contagio. Restano chiuse le scuole dopo il braccio di ferro con il Tar.

Ma in più la Governatrice ha deciso di chiudere i laboratori delle scuole - frequentati nella regione da oltre 4mila studenti – mantenendo ovviamente la possibilità di fare didattica in presenza per gli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali. Aperta invece la caccia di selezione – cinghiali e ungulati in genere – e quindi la possibilità per i cacciatori di spostarsi anche fuori comune. L’ordinanza è arrivata dopo la decisione del Governo di non mettere tutta l’Umbria in zona rossa come ipotizzato inizialmente alla luce dell’andamento dell’epidemia e tramontata, almeno allo stato, la richiesta di lockdown avanzata dagli scienziati per ridurre la curva e dare respiro agli ospedali sotto stress.

Stando all’ultimo report dell’Iss infatti la regione con un Rt a 1,17 (dietro solo a Trento con 1,23) ha ancora un’incidenza molto alta con 277 casi ogni 100mila abitanti mentre il Veneto si attesta su 93, la Toscana su 125, il Lazio su 110 e la Lombardia su 135. Secondo i dati relativi nella settimana tra l’8 e il 14 febbraio ma aggiornati al 17 le Terapie intensive hanno sfondato la pericolosa soglia dell’occupazione al 60% quando l’allerta scatta appena oltre il 30% e la degenza Covid è al 54% (soglia fissata al 40 per cento). Il dato peggiore di tutta Italia dove il massimo di occupazione si registra a Bolzano con il 39%. Ben 471 i nuovi focolai: il virus, ormai nella pericolosa forma delle sue varianti – l’Inglese e la Brasiliana – corre veloce sia negli ospedali che nelle Rsa. La valutazione di impatto resta "alta" come pure la classificazione complessiva del rischio. Preoccupa anche l’allerta scattata all’Iss per la percentuale di positivi sui tamponi, tolti screening e re-testing, arrivata a quota 17,5% (oltre la soglia del 15).

La decisione di prorogare l’ordinanza è stata presa "alla luce di un andamento della curva dei contagi che non presenta ancora una stabilizzazione – spiega la Tesei – discendente, e nella volontà di ispirare l’azione amministrativa al principio di massima precauzione, nonché al fine di portare il periodo di osservazione dei fenomeni epidemiologici almeno a 21 giorni rispetto alle misure restrittive assunte. Capisco bene il sacrificio a cui sono chiamati gli umbri. Ho inviato una seconda lettera al Governo per chiedere che siano riconosciuti i ristori per le imprese e gli aiuti alle famiglie".

Erika Pontini