La magica Umbria che fu. Negli scatti di Roiter la memoria di una terra

Aperta la grande mostra del fotografo sul viaggio nella regione del 1955 lungo gli itinerari francescani per illustrare i Fioretti del Santo di Assisi.

La magica Umbria che fu. Negli scatti di Roiter la memoria di una terra

La magica Umbria che fu. Negli scatti di Roiter la memoria di una terra

Ventisette scatti per immortalare volti di bambini sorpresi a giocare nei vicoli, paesaggi innevati solcati dal passo lento dei muli o da piccole croci sbilenche, borghi deserti, elementi della natura cristallizzati nell’attimo. Sono alcune tappe del viaggio fotografico che Fulvio Roiter intraprese nel 1955 nell’Umbria rurale e appenninica più remota, lungo gli itinerari francescani, per illustrare i Fioretti di San Francesco su incarico della casa editrice svizzera Guilde du Livre. Una selezione di immagini di quel celebre reportage, pubblicate nel volume “Ombrie terre de Saint François“, sono adesso visibili nella mostra “Fulvio Roiter. Umbria, una storia d’amore“ curata da Alessandra Maura che si è appena aperta nella Galleria Nazionale dell’Umbria dove ha inaugurato “Camera Oscura“, il progetto a cura di Marina Bon Valsassina e Costanza Neve che crea uno spazio permanente dedicato alla fotografia lungo il percorso espositivo permanente del museo.

"Un progetto necessario a cui tengo molto, è la prima “casa“ pubblica della fotografia nella regione", sottolinea il direttore Costantino D’Orazio davanti alla nuova “Camera Oscura“, introdotta da una scritta al neon: una piccola stanza avvolta da pareti nere, da luci soffuse e ombre dominanti, senza finestre, con vetrine che sembrano scrigni. "E’ lo spazio perfetto – dice – per esporre, a cadenza semestrale, i grandi maestri della fotografia. Non di denuncia o di assalto ma con un forte equilibrio estetico nell’immagine. E ci è sembrato doveroso – prosegue D’Orazio – iniziare con un omaggio al territorio, raccontato dallo sguardo innamorato di Roiter, che indaga non i luoghi più conosciuti e rappresentativi, ma quell’Umbria che non ti aspetti, con un portato tradizionale e culturale che ha un sapore mitico e archetipico".

La mostra, aperta fino al 13 ottobre, si snoda tra squarci di un’Umbria quasi senza tempo ed è arricchita da due video, con la biografia dell’artista e tutte le immagini del reportage. "Un grande omaggio all’Umbria e alla fotografia italiana – dice la curatrice – A molti anni di distanza dalla sua realizzazione, l’Umbria di Fulvio Roiter resta un lavoro straordinario". "Camera Oscura – spiega Marina Bon Valsassina – vuole sottolineare attraverso le fotografie il filo rosso che lega l’arte del passato al nostro presente. Vorremmo che i temi raccontati nel percorso espositivo abbiano voce anche con un linguaggio contemporaneo". Dopo la mostra di Roiter, il progetto proseguirà con “Robert Doisneau tout court“ (aperta dal 26 ottobre al 20 marzo, anche con il celebre Bacio), quindi con le fotografie di Gianni Berengo Gardin e Letizia Battaglia.

Sofia Coletti