STEFANO CINAGLIA
Cronaca

Detenuto suicida in cella a Terni, cinque vittime dall’inizio dell’anno

La Fp Cgil proclama lo stato di agitazione nel penitenziario. Lo sfogo del Sappe: "Violenze annunciate"

Il carcere a Terni

Il carcere a Terni

Terni, 18 settembre 2023 – Furia sindacale per l’ennesima tragedia che si registra nel carcere ternano di Vocabolo Sabbione , da tempo al centro delle polemiche per le questioni legate alla sicurezza. Il suicidio di un detenuto marocchino di 28 anni , che si è impiccato in una cella d’isolamento dopo essere stato coinvolto in una rissa, e che per questo sarebbe stato trasferito, spinge la Fp Cgil a proclamare lo stato di agitazione nel penitenziario e a chiedere l’avvicendamento ai vertici della struttura carceraria. "Un detenuto si è suicidato in attesa di essere trasferito dopo essere stato uno dei protagonisti di una violenta rissa scoppiata nella Sezione dei detenuti comuni tra ristretti stranieri – attacca il sindacato – Durante la rissa sono rimasti feriti alcuni poliziotti intervenuti per separare i gruppi e un detenuto è riuscito a ferire ad un braccio con una lametta il vice comandante che era intervenuto subito per coordinare l’intervento degli agenti. Dichiariamo lo stato di agitazione per il carcere di Terni, dove si sono verificati decine di eventi critici con ben cinque decessi/suicidi quest’anno da parte di detenuti. Chiediamo un incontro urgente con il capo dipartimento anche per discutere della gestione dell’intero Provveditorato dell’Umbria-Toscana, dove il provveditore in carica si rifiuta di spostare i detenuti dopo che abbiano commesso eventi critici ed aggressioni agli agenti". Il sindacato chiede anche il cambio di direttore e comandante.

Per il segretario umbro del Sappe, Fabrizio Bonino, "le quotidiane grida d’allarme del Sappe continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali: solo proclami e belle parole, ma di concreto il nulla. Queste sono violenze annunciate". "E’ scandaloso - continua Bonino – che nel 2023 vi siano ancora persone indegne che usano la violenza per cercare di sovvertire il sistema istituzionale all’interno dei penitenziari mirato alla risocializzazione del detenuto, ma in rispetto delle regole". Lo scorso 30 maggio un detenuto straniero con problemi psichiatrici era rimasto ucciso dal fumo dell’incendio che lui stesso aveva appiccato alla propria cella; il primo aprile precedente un detenuto albanese di 62 anni,da anni residente a Terni, si era impiccato nella cella dove era stato appena richiuso per aver ucciso la moglie.