Uccisa con una coltellata: commozione ai funerali nel paesino di Augusta

Delitto di Magione, interrogatori in caserma

Carabinieri della sezione investigazioni scientifiche  e medico legale sul luogo del delitto

Carabinieri della sezione investigazioni scientifiche e medico legale sul luogo del delitto

Perugia, 20 gennaio 2019 - Ha parlato di una «scomparsa improvvisa» ma non ha fatto cenno alla tragedia il parroco che ieri pomeriggio nella chiesa di Santa Maria a Serra Sant’Abbondio, in provincia di Pesaro e Urbino, ha celebrato il funerale di Augusta Brunori, 69 anni uccisa con una coltellata violenta alla schiena a Villa di Magione. Un delitto per cui è indagata solo la figlia, Francesca Garofane, 35 anni, una vita difficile a causa di una patologia psichiatrica.

Al funerale c’erano l’ex marito Pasquale Garofane, il figlio Luca, il fratello di Augusta, Mario e i parenti che la donna, ora in pensione, aveva lasciato nel paesino di Piccione dove aveva vissuto fino a metà degli anni sessanta, prima di trasferirsi con la famiglia a Bracciano e poi a Ellera di Corciano.

«La ricordo ragazzina – racconta l’ex sindaco Augusto Santi –. Giocavamo insieme. Era allegra anche se, all’epoca, la vita era molto più dura di adesso. Ogni tanto Augusta tornava al paese. L’ultima volta l’ho vista proprio due anni fa insieme alla figlia che l’aveva accompagnata».

Intanto vanno avanti le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Perugia che anche venerdì hanno sentito alcuni testimoni per ricostruire l’accaduto. Dettagli che sembrano essere decisivi per chiudere il cerchio.

In particolare gli investigatori hanno ascoltato nuovamente Pasquale Garofane, ex finanziere e padre di Francesca di cui è anche amministratore di sostegno.

Il coltellaccio da cucina, trenta centimetri in tutto, estratto dal cadavere di Augusta Brunori, 69 anni, è stato inviato ai laboratori del Ris di Roma per un cofronto su impronte e dna. Elementi utili a confermare l’ipotesi investigativa del pm Manuela Comodi secondo cui a uccidere può essere stata proprio Francesca, 35 anni tra pochi giorni, attualmente ricoverata all’Spdc del Santa Maria della Misericordia, in regime di trattamento sanitario obbligatorio. Misura che si è resa necessaria dopo che la ragazza, da tempo in cura al Csm di Magione, aveva dato in escandescenze anche davanti al magistrato, ai carabinieri e all’avvocato durante un tentativo di interrogatorio.

Eri.P.