Crollano le nascite, è allarme sociale. Perugia in un anno perde 853 residenti

Nel 2023 i nuovi nati iscritti all’anagrafe cittadina sono stati 981, i decessi 1834. "Mai così a picco"

Crollano le nascite, è allarme sociale. Perugia in un anno perde 853 residenti

Crollano le nascite, è allarme sociale. Perugia in un anno perde 853 residenti

PERUGIA

Nel 2011 a Perugia i nuovi nati erano 1.628, i morti 1.548 con un saldo positivo delle nascite di 80 unità. Poi di anno in anno, davanti al saldo compare il segno meno e il gap si allarga, tanto che il 2023 si chiude con un dato inquietante: 981 nascite contro 1.834 morti. I decessi prevalgono sulla vita facendo retrocedere il saldo a meno 853. Scorrendo la tabella, ogni anno è peggio: la curva demografica è rivolta inesorabilmente verso il basso e ci si chiede come invertire la rotta. Una volta erano gli immigrati a far quadrare i conti. Ma a quanto pare è in stand by anche la cicogna straniera. Nemmeno un ministero dedicato alla natalità e alla famiglia è riuscito a riportare neonati nelle culle. I sindacati dicono che servono politiche adeguate e lungimiranti che rendano assecondabili i desideri delle donne e non sarà la logica dei bonus e delle una tantum a correggere la rotta.

Che fare dunque per rinverdire le nostre città e abbassare l’età anagrafica? Come rinsaldare i nuclei familiari, sempre più ridotti all’osso?

"La denatalità a Perugia nel suo costante e al momento inarrestabile procedere - commenta il vicesindaco e assessore all’istruzione Gianluca Tuteri – ha infranto la quota dei 1000 nati. Nel 2023 i nuovi nati iscritti all’anagrafe cittadina sono stati 981, i morti 1.834. Il saldo naturale è stato di -853. Nel 2011 i nati erano 1.628 con 1.548 morti e dunque un saldo positivo di 80. Ci aspetta un futuro con sempre meno bambini, che sarà anche un futuro con meno genitori, meno nonni, senza nessuno su cui sognare e su cui investire. Credo sarebbe proprio un mondo senza innocenza, senza magia e con meno luce che toglierebbe speranza di vita anche ai nostri anziani che non se la sentirebbero di invecchiare senza bambini intorno. In linea con le indicazioni degli esperti (demografi, economisti e sociologi), il comune di Perugia si è adoperato per quanto gli è di competenza, rafforzando fortemente i servizi per l’infanzia, tanto che abbiamo già raggiunto in largo anticipo rispetto agli obiettivi indicati dall’Europa, la soglia del 45% di posti nido".

Assessore, come intende lavorare sui servizi per l’infanzia? E secondo lei è sufficiente intervenire su questo fronte?

"Non basta. A mio parere assolutamente non basta. Serve uno sforzo congiunto tra amministrazioni comunali e amministrazione nazionale per conseguire il traguardo di un posto nido per ciascun bambino. Gratuito per tutti. Per questo, ho presentato al governo un progetto da sperimentare nella nostra città. Un progetto pilota, per dimostrare come l’intervento sui servizi per l’infanzia sia la strada maestra, non certo l’unica, per la ripresa delle nascite".

Silvia Angelici