Covid Umbria, il virus rallenta. Ma in ospedale pazienti giovani

Il Commissario: "Aumentano coloro che hanno una età media bassa con insufficienza respiratoria". E la percentuale dei ricoveri passa dal 5 al 6 per cento del totale dei contagiati

Emergenza Covid

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Perugia, 20 febbraio 2021 - «I soggetti con insufficienza respiratoria che vengono ricoverati in queste ultime settimane sono molto più numerosi rispetto alla seconda ondata. E si è anche abbassata l’età media delle persone che soffrono di complicazioni polmonari e che vengono ospedalizzate". E’ il commissario per il Covid in Umbria, Massimo D’Angelo, a fornire uno spaccato ancor più preoccupante sul dilagare del virus in Umbria. "Il tasso di ricoveri si è infatti alzato dal 5 al 6 per cento e quelli che finiscono in terapia intensiva sono passati dallo 0,7 all’1 per cento" conferma dal canto suo il direttore alla Sanità regionale, Claudio Dario, "ma al momento non si registra un abbassamento dell’età media dei decessi (ieri altri 11, a febbraio 168) rispetto al periodo di settembre-gennaio" puntualizza Carla Bietta del Nucelo epidemiologico.

E gli esperti delle Asl confermano che in provincia di Perugia la curva dei contagi da ormai una settimana a iniziato a piegarsi verso il basso. "Una flessione che però non è stabilizzata" conferma Mauro Cristofori (Nucleo epidemiologico), che ha messo in evidenza "come ci siano territori anche all’interno della provincia che stanno seguendo traiettorie diverse. Prima di tutto va evidenziato che c’è ancora una marcata differenza quanto all’incidenza dei contagi tra la parte centro settentrionale dell’Umbria e quella meridionale – spiegato -: nella prima siamo a 268 contagi ogni 10mila abitanti (la settimana scorsa erano 274), nell’altra a 82 (contro 72). In Umbria restiamo però sopra i trecento (332 contro 344) con l’Rt che è sceso leggermente negli ultimi 14 giorni e si trova a 0,98". Ieri i contagi sono stati 301 con circa 8mila tamponi e 9 ricoveri in meno (545 in totale) Le restrizioni dopo tre settimane cominciano quindi a produrre effetti, soprattutto in alcuni dei 31 comuni in cui sono state applicate restrizioni già dal 1 febbraio.

Lo si nota ad esempio nell’andamento dei contagi tra le classi di età più giovane che non vanno a scuola da tre settimane e che non lo faranno neanche la prossima: la curva inizia a piegarsi anche qui verso il basso, anche se l’incidenza per 100mila abitanti resta importante (circa 400) e superiore alle altre fasce. "Ma nel Perugino il problema vero e proprio in questo momento sono i cluster familiari" precisa Cristofori. Ma l’andamento è simile per tutte le età, cambia solo l’incidenza che segue in generale il trend dei mesi scorsi: più si è giovani più il virus circola. La conferma del rallentamento in Umbria arriva dalla mobilità delle persone. L’analisi di Bietta, evidenzia che negli ultimi quindici giorni la movimentazione delle persone in provincia di Perugia è stata più contenuta che in quella di Terni sia verso i parchi che verso i luoghi di lavoro. E ciò ha contribuito a rallentare la circolazione del virus.