Luna Rossa, Max il velaio: "Grazie alle nonne che mi hanno insegnato a cucire"

Valli, toscano di Populonia, alla sua quinta Coppa America. Iniziò come "ragazzo di bottega", ora è un velaio di caratura mondiale

Maximiliano Valli (foto Carlo Borlenghi dal sito lunarossachallenge.com)

Maximiliano Valli (foto Carlo Borlenghi dal sito lunarossachallenge.com)

Piombino (Livorno), 9 febbraio 2021 - Maximiliano Valli, toscano di Populonia, nasce carpentiere e nel suo cuore c'è il calcio. Eppure sono vent'anni che solca i mari del mondo con le imbarcazioni più prestigiose della vela e può vantare anche una Coppa America vinta con Oracle nel 2010. Quest'anno è con Luna Rossa, lo stesso team che gli aprì la strada quando aveva solo 23 anni ed era un "garzone di bottega". 

Valli è molto legato alla sua Toscana, anche se vive in Spagna, a Valencia, dal 2004. E’ stato per molti anni floor manager della veleria North Sails a Valencia e velaio per numerosi team in differenti circuiti. E' dal 2018 che è rientrato in casa Luna Rossa per partecipare alla sua quinta Coppa America.

Lei ha una lunga esperienza di America's Cup, cos'ha di particolare l'edizione di quest'anno?

"Innanzitutto il cambio generazionale della barca è una novità che mi entusiasma. Credo che si stia facendo qualcosa di nuovo che non è stato ancora fatto. Hai molte più possibilità di inventiva, puoi dare molto più spazio alla creatività e esplorare nuovi confini. La ricerca dei materiali è sempre la più avanzata".

Qual è il suo ruolo nel team?

"Sono un velaio. All’interno del team mi occupo della realizzazione delle vele. La mattina prepariamo le vele per l’uscita della barca. Durante la giornata lavoriamo sulle modifiche da fare alle vele vecchie, prepariamo i pezzi per le vele nuove. Quando la barca rientra dopo l’allenamento, verifichiamo le vele e, nel caso, iniziamo le riparazioni o le modifiche richieste dai progettisti e dai velisti. A volte per noi significa lavorare anche di notte, per avere le vele pronte per l’uscita del giorno dopo".

Lei nasce carpentiere con passione per il calcio, come arrivò a Luna Rosa vent'anni fa?

"Sono arrivato con una botta di fortuna. Ho preso un treno che passa una sola volta nella vita e ci sono saltato sopra. Ho iniziato con Luna Rossa il 1 maggio del 2000, a 20 anni. Il team era appena tornato da Auckland - dove aveva vinto la Louis Vuitton Cup e perso l’America’s Cup - e riprese subito gli allenamenti a Punta Ala. Non ho mai praticato la vela ma sono sempre stato un grande appassionato. In quel periodo frequentavo Punta Ala e all’interno della veleria avevano bisogno di una specie di “ragazzo di bottega” e scelsero me, perché venivo da uno sport di squadra come il calcio, perché ero molto pratico nei lavori di carpenteria e sapevo anche cucire, grazie alle mie due nonne che erano sarte e me lo avevano insegnato".

Toscano, ma da anni in giro per il mondo: che rapporti mantiene con la sua terra d'origine?

"È da tanto che lavoro fuori dall’Italia. Vivo a Valencia perché la mia famiglia è lì. Ma sono innamorato del mio piccolo paese e della gente che ci vive. Se mi chiedessero adesso qual è il primo posto in cui vuoi andare finita la Coppa, risponderei il paese dove sono nato: Populonia Stazione".