L’Umbria scommette sul vino: "Il nostro cuore verde è la svolta"

Al concorso enologico regionale le bottiglie delle cantine locali hanno stupito per la qualità espressa

L’Umbria scommette sul vino: "Il nostro cuore verde è la svolta"

L’Umbria scommette sul vino: "Il nostro cuore verde è la svolta"

PERUGIA

Qualità, responsabilità ambientale, territorio: sono le carte su cui scommette l’Umbria da bere e su cui investe anche la cantina Scacciadiavoli, 150 anni di storia, 40 ettari di vigneti sulle colline di Montefalco, 250mila bottiglie prodotte con una bella fetta di export in 20 paesi europei e negli Usa. Al timone dell’azienda di famiglia c’è Liù Panbuffetti che la gestisce insieme al cugino. "L’annata dal punto di vista quantitativo non è stata delle migliori – racconta l’imprenditrice - Tra l’altro siamo in conversione biologica e il periodo non è dei migliori. Ma siamo convinti che per le grandi sfide serve coraggio e passione e noi ne abbiamo da vendere. L’Umbria ha un grande potenziale da sviluppare, partiamo da basi e da valori aggiunti interessanti come il “cuore verde“, la “lentezza“, la bellezza delle nostre terre. Per crescere però è necessario fare sinergia e potenziare tutta la filiera, su cui si aggancia poi anche l’enoturismo". Dalle parole ai fatti, Scacciadiavoli, tenendo fede ai suoi propositi, è tra le 21 cantine vincitrici della terza edizione del concorso enologico regionale “L’Umbria del vino“, organizzato dalla Camera di Commercio regionale.

Bianchi, rossi, rosati, spumanti di qualità, dolci, la giuria di esperti ha premiato Tenute Baldo (Bastia Umbra), Cantine Briziarelli, Cantina Dionigi, Tenute Lunelli (Bevagna), Vetunna - Cantine Bettona, Di Filippo (Cannara), Cantina Baldassarri (Collazzone), e Crete (Giove), Terre De La Custodia (Gualdo Cattaneo), Semonte (Gubbio), Pucciarella (Magione), Fratelli Pardi, La Veneranda, Le Cimate, Tenuta Alzatura, Tenuta Colfalco (Montefalco), Santo Iolo (Narni), Bigi (Orvieto), Cantina Blasi, Chiesa del Carmine (Umbertide).

"Dopo la felice esperienza delle precedenti edizioni – racconta il presidente Giorgio Mencaroni – abbiamo l’occasione di tornare a parlare nuovamente di vino, attraverso questa terza edizione del Concorso per favorire la conoscenza e l’apprezzamento dei nostri vini da parte dei consumatori. La consapevolezza è che l’etichette umbre rappresentano un prodotto dotato di qualità e di grandi potenzialità, non del tutto ancora espresse e conosciute come in realtà meriterebbe. L’Umbria, infatti, ha da sempre dimostrato una naturale vocazione verso la produzione dei prodotti vitivinicoli, anche per la diversità di microclimi e ambienti che ne caratterizzano il territorio: pensiamo alle aree collinari, alle zone lacustri, piuttosto che alle vallate o alle aree fluviali in cui si coltivano le variegate tipologie di viti che imprimono riconoscibilità ed identità al nostro territorio.

Silvia Angelici