Viola, abbiamo un problema: ci sono ancora dodici partite

Dall’appello del club (tutti uniti per salvarsi) alla necessità di guardarsi finalmente dentro. Come arrivare alla fine salvi e superando l'attuale paura

La delusione viola in un momento della partita col Parma

La delusione viola in un momento della partita col Parma

Firenze, 8 marfzo 2021 - Il problema è che alla fine mancano altre 12 partite: sarà dura guardarle e figuriamoci giocarle, se la Fiorentina andrà in campo insieme alla paura. C’è troppa negatività intorno alla squadra – su questo Prandelli ha ragione – ma è l’assenza di spiegazioni logiche che rende inaccettabile una situazione che nessuno, in realtà, ha saputo mai inquadrare all’interno del club. Gli affanni della Fiorentina hanno evidentemente molti padri e qualcuno alla fine pagherà, ma anticipare il momento della resa dei conti non aggiungerebbe punti in classifica per risolvere il grande guaio in cui la Fiorentina è precipitata.

Quindi – dice la società con un richiamo al’unità che segna un cambio di strategia dopo la lunga serie di conflitti aperti ovunque, e un po’ con chiunque – è il momento di stare uniti. Un richiamo ad un grande abbraccio generale per salvare il bene sportivo di Firenze, sperando che qualche dio del calcio abbia la bandiera viola. Aderiamo allora fermandoci al presente, scattando un’istantenea di quello che si è visto anche ieri, perché indubbiamente bisognerà migliorare (sempre nel segno del grande abbraccio). Va riconosciuta anche l’emergenza in cui la squadra è stata costretta a giocare ieri per i ko di Ribery, Castrovilli, Kouame e Igor, più Bonaventura parzialmente recuperato, una condizione che ha costretto Prandelli a inventarsi Eysseric e Borja trequartisti molto teorici per assistere Vlahovic. Tutto vero e se questo fa parte della negatività autoprodotta dagli infortuni, resta il fatto che poca spinta ha prodotto la contestazione dei tifosi contro un gruppo che ha mostrato fragilità mentali, prima ancora che tecniche, nel corso di tutta la stagione.

Insomma: se lo spogliatoio ha tutte queste difficolltà – che un giorno dovranno essere spiegate, perché qualche problema di gestione c’è sicuramente stato – non ha senso spostare la tensione sui giocatori: il risultato sarà che andranno in campo con più paura di sbagliare. Il grande avvitamento viola verso il basso – solo 4 punti su 18 nelle ultime 6 partite – dovrebbe essere affrontato con un’iniezione di fiducia e un senso di prospettiva. E qui l’azione della proprietà dovrebbe essere forte e coinvolgente, proprio per eliminare qualsiasi equivoco o malumore all’interno dello spogliatoio: la richiesta di aiuto verso l’esterno va bene, ma è soprattutto all’interno di se stessa che dovrà guardare la Fiorentina per trovare il senso di appartenenza che troppo volte è comparso a tratti.