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Athos Querci e l'ardito parallelo pallavolo-Giacomo Leopardi

Il decano dei tecnici pallavolistici pistoiesi propone di leggere poesia in questo periodo di emergenza sanitaria. E fa la parafrasi di due famosissime liriche

Querci, da ora in poi anche allenatore-poeta?

Pistoia, 5 aprile 2020 - Le difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo, diceva Seneca. Ebbene l’ennesimo sabato senza pallavolo, la sua adorata pallavolo, deve essergli parso troppo: una pugnalata al cuore. Così Athos Querci, il decano degli allenatori pistoiesi, oggi nelle vesti di padre fondatore del Progetto Volley Bottegone e storico arancione, ha provato a unire sport e studio, un binomio che in Italia è tutto fuorché in simbiosi. Lui, da pallavolista nei Vigili del fuoco Mazzoni Pistoia e nel Quarrata, ove è stato 11 anni iniziando ad allenare (da allora tappe significative in Prima Divisione, serie D, C e B con Prato, Galluzzo, Sperone, Aglianese, Pieve a Nievole e Bottegone appunto), ha provato a invogliare le sue atlete a leggere, approfondire, specie gli autori classici, di prosa e poesia.

“La situazione è quella che è, a tutti i livelli non solo nello sport. Certo per chi ama lo sport, per chi ne ha fatto una questione di vita, muoversi allenarsi giocare, la quarantena è come per l’animale stare chiuso in gabbia. In cattività. Un sacrificio necessario, però”. Allora pensa e ripensa ecco che dal volley è arrivato a uno dei più grandi, se non il più grande poeta, Giacomo Leopardi, forse il più lontano dallo sport praticato, ma senz’altro il più straordinariamente universale dei poeti.

“In queste lunghe giornate senza sport, mi sono balzate alla mente due liriche del genio di Recanati: ‘Il sabato del villaggio’ e ‘La quiete dopo la tempesta’. Chissà, forse Giacomo Leopardi pensava a noi pallavolisti (‘licenza… poetica’: la pallavolo moderna è nata nel 1895, Leopardi morì nel 1837, ndr) quando scrisse questi meravigliosi versi. Nella prima poesia, infatti, associa la giovinezza alla giornata del sabato: e noi no? Poi parla della gioia dell’attesa per la festa che verrà e noi anche. Siamo sempre stati pieni di adrenalina già dal sabato mattina, quindi…

Argomenta anche della delusione del giorno dopo, ma qui ahimè non siamo sulla stessa linea perché altro che il giorno dopo, la delusione dura ormai da più di un mese! Ora come ora non ci interesserebbe neppure il risultato, perché l’importante non sarebbe il modo in cui finisce una partita, ma la felicità che proviamo mentre la giochiamo. Saremmo entusiasti. Non ci resta, a questo punto, che sperare nell’altra sua grandissima opera ‘La quiete dopo la tempesta’, fermandoci al titolo: speriamo che arrivi presto, perché siamo proprio avviliti”.

Un’analisi dei testi originale, curiosa, particolare, che probabilmente farebbe drizzare qualche capello in testa ai cultori della parafrasi, ma che spiega bene il periodo, pure con fantasia, dei nostri pallavolisti. “La speranza è che Pistoia, la Toscana, l’Italia intera, il mondo tornino in salute – chiosa Querci –. Per trascorrere il tempo, leggete leggete leggete: attraverso i testi potremmo tornare a sognare”. Una curiosità per concludere: al Volley Aglianese si sono inventati persino un concorso letterario interno, per atlete tecnici e dirigenti: spiegare in 10 parole la magia della pallavolo. Le difficoltà aguzzano l’ingegno, nelle difficoltà si vede il campione, in campo e fuori: colui che non si abbatte né si esalta, ma mantiene l’equilibrio. Ricetta, è proprio il caso di scrivere, vincente.

Gianluca Barni