La discesa dell’inflazione sarà lenta Solo nel 2024 ci sarà la vera svolta

Alessandro Parrini, partner PwC Italia: "Il contesto macroeconomico europeo resta in seria difficoltà"

La discesa dell’inflazione sarà lenta  Solo nel 2024 ci sarà la vera svolta

La discesa dell’inflazione sarà lenta Solo nel 2024 ci sarà la vera svolta

FIRENZE

"Negli ultimi mesi del 2022, l’inflazione dovrebbe aver raggiunto il picco sia in Italia che in Ue, con una media annua armonizzata rispettivamente a +8,7% e +8,4%. Ma la discesa nel 2023 sarà lenta e l’aumento dei prezzi rimarrà a livelli notevolmente superiori rispetto al livello ottimale del 2%: si prevede che in Italia l’inflazione rimarrà al 6,5% di media nel 2023, per poi calare al 2,6 % solo nel 2024".

A tracciare un quadro della situazione è Alessandro Parrini partner PwC Italia. "Il contesto macroeconomico europeo è messo in seria difficoltà da una molteplicità di fattori – spiega. -. Le tensioni geopolitiche, come la guerra in Ucraina, hanno portato a un aumento generalizzato nei costi delle materie prime e dell’energia. Questo, insieme alle difficoltà nella "supply chain" (catena di forniture ndr) e nei trasporti internazionali, ha spinto governi, banche centrali e istituti internazionali a rivedere al ribasso le stime del Pil e al rialzo le previsioni inflazionistiche, con conseguenti aumenti nei tassi di interesse da parte delle banche centrali per contenere l’aumento dell’inflazione".

Secondo il report "Industry Forecast" pubblicato da Cerved, i ricavi reali (depurati dall’effetto dell’aumento dei prezzi) delle imprese italiane sono cresciuti del 3,1% nel 2022 (versus 2021), mentre si prevede un rallentamento per il 2023 (+0,5% vs 2022) per poi ritornare a crescere ad un ritmo più sostenuto nel 2024 (+1,2% vs 2023). Tuttavia, nel caso in cui si avverasse lo scenario più pessimistico, le previsioni sarebbero pari al -1,1% nel 2023 e al +0,3% nel 2024. Sempre secondo Cerved, nel contesto economico d’incertezza seguito dapprima al Covid-19 e in seguito alla guerra in Ucraina, i settori più colpiti in termini di fatturato saranno quello dei mezzi di trasporto (+0,3% 2024 vs 2021 nello scenario base e -5,0%% in quello worst, ovvero peggiore), quello delle aziende agricole (-2,7% nel base e -4,6% nel worst) e dell’elettromeccanica (rispettivamente +0,3% e -2,6%).

"Dal punto di vista dell’impatto dell’aumento dei prezzi energetici sul fatturato delle aziende – sostiene Francesco Forzoni, partner PwC Italia – i settori più impattati saranno il settore sanitario (con una variazione 2024 su 2021 del -11,1% nello scenario base e -13,3% nello worst), l’industria cartaria (-7,7% 2024 vs 2021 secondo lo scenario base e -11,8% secondo il worst) e il settore del cemento (con variazioni nello stesso periodo di tempo rispettivamente del -7,3% e del -9,7%)".

Sul fronte della stabilità, prosegue Forzoni, "la leva finanziaria lorda delle imprese italiane non finanziarie (misurata tramite il rapporto fra debiti finanziari e capitale netto) si è attestata nel 2021 al 39,9%. Per le piccole e medie imprese, di cui sono disponibili anche valori prospettici, il leverage (leva finanziaria ndr) è previsto aumentare nel 2023 in tutte le aree territoriali rispetto ai livelli pre-pandemia, stimolato dalle condizioni favorevoli di accesso al credito e solo parzialmente frenato dal recente incremento del costo del debito a seguito della politica di rialzo dei tassi perpetrata dalla Bce in risposta alle spinte inflazionistiche. Secondo le stime, le Pmi del Centro Italia incrementeranno di più la leva finanziaria, con +14 punti percentuali nel 2023 rispetto al 2019. A seguire le regioni del Nord-Ovest con +10,4".

Lisa Ciardi