
“La concorrenza extra Ue fa paura“. Medugno chiede più performance
Massimo Medugno è il direttore generale di Assocarta, l’associazione di categoria che rappresenta le aziende che producono in Italia carta, cartoni e paste per carta, associata alla Federazione carta e grafica di Confindustria.
Avvocato Medugno, qual è la situazione attuale del comparto cartario?
"Risente di una serie di cause che vanno al di là del tema dei costi; diciamo che questo fenomeno si è scatenato anche a valle con la contrazione dei consumi: se pensa che il 50% della carta prodotta è destinata agli imballaggi, si capisce come quest’ultimo fenomeno condizioni fortemente la produzione".
Proviamo a scomporre il settore, giusto per dare la misura di quale ambito del comparto sale o scende.
"Il settore dell’imballaggio sta vivendo appunto un momento di contrazione che varia dal 18 al 19%; per quanto riguarda le carte grafiche, invece, il fenomeno è più consistente e fa registrare un meno 35-40%; tiene il settore del tissue, diciamo che è più stabile perché la contrazione è dell’1-2%".
Nello scenario attuale, dettato da condizioni geopolitiche e quindi economiche, quanto fa paura la concorrenza extra Unione Europea?
"Fa paura, non vi è dubbio, perché questa condizione di debolezza vediamo che è legata all’Europa; America, Asia, Turchia, sappiamo che in questi paesi i prezzi dell’energia sono inferiori; per esempio i viaggi per mare, quindi i costi legati ai trasporti, costano meno ed è facile intuire come queste cause, unite ad altre, fanno della competizione extra Ue un problema reale; e poi va detto che la competizione dovrebbe essere leale: i nostri controlli, le certificazioni, gli standard che i nostri prodotti rispettano senza ombra di dubbio sulle materie prime: dubito che in alcuni paesi, Turchia in primis, siano così attenti a rispettarli. E oggi la competizione si sente di più in Europa perché ha sofferto maggiormente del conflitto in corso".
Secondo lei aver chiuso con l’export verso la Russia produce danni?
"Sono scelte legittime, certo, ma ho più di un dubbio perché dalla Russia, invece, qualcosa continua ad arrivare...".
Capitolo energie rinnovabili. A che punto siamo?
"L’auspicio è quello di accelerare sugli investimenti nelle energie rinnovabili; la misura già proposta con il governo Draghi, per quanto riguarda la fornitura a prezzi di costo con Gse (è la società partecipata del Mef per la promozione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, ndr), sembra che sia in fase di applicazione da parte dell’attuale governo; insomma, la questione dell’energia, per il comparto cartario è fondamentale e poterla avere a costi ragionevoli significherebbe abbattere la già citata competitività, la questione direi che è dirimente".
La decarbonizzazione è dunque una priorità?
"Certo. Per esempio in alcune zone d’Italia le aziende del settore stanno lavorando per l’utilizzo delle biomasse, la stessa Lucchesia ha un patrimonio boschivo importante; non significa certo tagliare i boschi indiscriminatamente ma un maggior utilizzo e cura del patrimonio boschivo, che poi coincide con la salvaguardi ambientale, potrebbe contribuire; un prelievo selettivo, come del resto fa l’Austria, Paese attento alla tutela del patrimonio naturale".
Potremmo dire che la situazione si posiziona in una fascia grigia. Che cosa manca?
"Esistono anche zone “bianche”, il settore della carta è resiliente: occorrono investimenti perché i costi del denaro oggi sono davvero alti; i 150 milioni da destinare alle aziende energivore come quelle del cartario, vanno bene, però manca qualcosa".
Che cosa?
"C’era una volta una chimera che si chiamava politica industriale: dobbiamo andare in quella direzione. Occorre lavorare sull’energia e decarbonizzare; siamo grandi utilizzatori di gas, su 15miliardi di metri cubi, ben 3 li consuma il settore cartario: ma i costi devono essere ragionevoli, questo è essenziale, altrimenti rischiamo di deindustrializzare l’Italia. Sono certo che il settore è in grado di dare ogni contributo utile per essere competitivo in una logica di qualità, con l’obiettivo di abbattere le emissioni".