Meucci
Festeggiare i duecento anni della nascita del Comune di Capannori ha significato molto per l’amministrazione guidata da Luca Menesini. Molto in termini di impegno e sforzo, ma molto anche per i risultati raggiunti. Un bicentenario non capita così di frequente ed è quindi stato naturale che diventasse l’occasione perfetta per tirare le somme, guardarsi allo specchio e dirsi: “Sì, sono quello che volevo essere“. E se Capannori voleva – come spiega in questa stessa pagina il primo cittadino – “realizzare una città moderna formata da 40 centri e una sola grande comunità“; allora il risultato può dirsi raggiunto. Pur tra inevitabili difficoltà, oggi Capannori è davvero un modello alla quale altre realtà si ispirano. Pensiamo soltanto alle politiche ambientali e alla gestione del ciclo dei rifiuti. Un fiore all’occhiello di cui la Toscana intera dovrebbe andare fiera. Il merito di tutto questo non può essere ovviamente assegnato a una sola persona o a un unico gruppo dirigente. In due secoli di storia, Capannori ha avuto tanti amministratori e tutti hanno dato il loro contributo a realizzare quello che oggi la città è arrivata a essere. A questa amministrazione, però, va riconosciuto il merito di aver saputo credere in questa occasione, sfruttando le celebrazioni per riflettere sul cammino percorso. Se dunque in questi due secoli Capannori è diventata una comunità unita e coesa, da oggi lo è ancora di più grazie prima alla costruzione e poi alla salvaguardia della propria identità. E’ stato un percorso lungo e faticoso, di cui questo giornale ha spesso dato conto – raccontando le cose che andavano come quelle che non andavano, come abbiamo sempre fatto e sempre faremo – ed è per questo che oggi offriamo ai lettori questo “speciale“ di 24 pagine che vuole contribuire a fermare il tempo e raccontare cosa sono stati questi 200 anni.