
Valerio Beltrami (nella foto) è stato negli scorsi decenni un allenatore di ottimo livello, collezionando una serie di campionati più che lusinghieri e ben sette promozioni. "Ho iniziato nel 1986 – racconta – e in 25 anni di carriera ho guidato il Mazzola, il Buonconvento, il Badesse un paio di volte, la Chiantigiana, l’Asta, il Rosia, il Montalcino, il Sangimignano, il Monteriggioni in due fasi e la Castelnuovese, conseguendo il tesserino di abilitazione di base e poi quello professionistico a Coverciano". Il massimo livello raggiunto?
"La serie D, dove ho allenato il Sangimignano per due anni ed il Monteriggioni per uno. Sono stato anche presidente dell’Associazione allenatori di Siena".
Ha smesso da 10 anni: quanto le manca la panchina?
"I ricordi sono indelebili e tuttora molto emozionanti, ma nella vita ogni cosa ha il suo tempo e io credo di aver smesso al momento giusto. Tra l’altro conciliare la mia professione di medico con l’attività calcistica di un certo livello, era diventato con il passare degli anni sempre più difficile".
Ha conosciuto tantissime persone: un ricordo particolare?
"Sì, ho avuto un legame estremamente forte con il presidente del Montalcino Giuseppe Bianchini, che scomparve quando allenavo i biancoverdi".
Un episodio che non dimenticherà mai?
"Anche questo è successo a Montalcino: due ragazzi sbatterono la testa in un fortuito scontro di gioco e, insieme al fisioterapista Luca Santini, riuscimmo a rianimarli in campo. Essere medico fu determinante".
Giuseppe Stefanachi