"Tributi e multe. Il Comune non è povero"

Luigi Franchi, coordinatore di '+ Europa' Siena, afferma che il Comune ha maggiori risorse rispetto al primo decennio del Duemila. Tuttavia, la Fondazione Mps non eroga più gli importi di una volta. Siena ha costi elevati per i servizi offerti ai cittadini. La politica attuale non è sufficiente a risolvere il problema.

"Tributi e multe. Il Comune non è povero"

"Tributi e multe. Il Comune non è povero"

Luigi Franchi (foto), coordinatore di ’+ Europa’ Siena, interviene sul bilancio del Comune: "Mancano soldi perché la Fondazione Mps non eroga più gli importi di una volta? Vero, ma le risorse sono comunque maggiori di prima. Basta guardare i conti del primo decennio del Duemila e confrontarli con gli attuali. I volumi (quantità di risorse) sono oggi più alti perché si è passati da 2 milioni di multe a 15 e sono aumentati i tributi a carico dei cittadini. Non a caso siamo sul podio nella speciale e non ambìta classifica di chi paga più tributi e più multe".

Franchi continua: "Sfatiamo il mito del Comune ’povero’. L’amministrazione dispone di 2mila euro per ogni cittadino. Sono invece mille per il Comune di Arezzo (previsionale 2023) e 1.200 (previsionale 2023) per quello di Grosseto. Qualche lamentela per il passato sugli investimenti finanziati dalla Fondazione riguarda le giunte Valentini e De Mossi. L’attuale giunta beneficerà dei copiosi interventi del Pnrr e quindi colmerà ampiamente l’assenza". E ancora: "Siena ha istituzioni prestigiose quanto costose (Santa Maria, Biblioteca, Siena Jazz etc), mantiene un patrimonio artistico e architettonico che non ha eguali in rapporto al numero degli abitanti e contribuenti e offre servizi a un numero molto più ampio dei residenti (scuola, impianti sportivi e strutture culturali sociali, trasporti etc.)".

Franchi conclude: "Questo enorme patrimonio di beni e servizi, costa parecchio. Con il rovinoso crollo di Banca e Fondazione i senesi sono soli a sostenere questi costi. Se non si mette a fuoco il problema, succederà ancora a lungo. E la politica attuale, quella del ’rumore’ più che dell’amministrazione, si adegua. Ma noi attendiamo fiduciosi".