Tira fuori pistola sul bus. Minaccia un uomo: nei guai

Il viaggiatore, sembra alterato dai fumi dell’alcol, tocca il braccio a una donna. Il marito reagisce, viene preso di mira nel tragitto fra Sovicille e il campeggio.

Tira fuori pistola sul bus. Minaccia un uomo: nei guai

Brutta avventura per. i passeggeri di un bus a Sovicille Un viaggiatore. ha tirato fuori la pistola minacciando di morte un uomo

di Laura Valdesi

SIENA

Momenti di terrore sul bus che faceva la tratta da Sovicille per il campeggio e ritorno. Un uomo che si trovava a bordo del pullman ha infatti tirato fuori una pistola minacciando addirittura di morte un passeggero. Morale: il mezzo è stato bloccato e sono arrivate le forze dell’ordine che l’hanno identificato, sequestrando l’arma. Un episodio, avvenuto il 18 settembre 2023, che è stato ricostruito ieri in tribunale, davanti al giudice Francesco Cerretelli, dagli ufficiali di polizia giudiziaria che hanno svolto gli accertamenti, coordinati dalla procura. L’imputato, difeso dall’avvocato Giulia Salvini, è accusato di minaccia aggravata. E anche di aver violato la legge sulle armi perché, quando le divise sono salite a bordo del bus, hanno scoperto che aveva anche un cavatappi con una lama interna di quattro centimetri.

Tutto era accaduto all’improvviso su un bus della linea che appunto va da Sovicille al campeggio. Sembra che l’uomo, forse perché aveva ecceduto un po’ con l’alcol, stando alla ricostruzione dei fatti, avesse iniziato ad infastidire una donna a bordo del mezzo. Inevitabile la reazione del marito verso il quale l’imputato si sarebbe rivolto con fare minaccioso. Dicendogli, senza mezzi termini, di non disturbarlo e, addirittura, minacciandolo di morte impugnando una pistola. Momenti da brivido. Tanto che il bus è stato fatto fermare, sono riusciti a toglierli l’arma. Qualcuno ha avvertito le forze dell’ordine che sono arrivate, prendendo in mano la situazione e riportando la calma. Solo in seguito agli accertamenti è stato scoperto che la pistola, in realtà, era giocattolo. I turisti coinvolti nella vicenda avevano subito presentato denuncia e si è arrivati al processo. Che è stato rinviato perché, appunto, occorre sentire questi ultimi. Trattandosi di persone che risiedono all’estero, qualora non potessero venire in Italia per deporre, saranno inviate le domande nel Paese di residenza in modo che, nelle forme previste dalla legge, venga raccolto il loro racconto. Nuova udienza a novembre.