Oggi anche il Comune di Siena deciderà la chiusura delle scuole, in via preventiva, in modo da limitare la circolazione del virus che in questo momento è assai diffuso nella fascia anagrafica più giovane. Le scuole sono i luoghi chiusi dove oggi, anche se nel rispetto delle misure di distanziamento e protezione, si concentrano comunque più persone e dunque il virus ha potenzialmente più possibilità di trasmettersi. Sarà questa mattina il sindaco Luigi De Mossi, con gli assessori alla scuola Paolo Benini e alla sanità Francesca Appolloni, a comunicare la decisione, sentito il parere dell’Asl Sud Est.
Sulla scia dei casi dei Comuni vicini anche Siena sta per adottare qualche nuova misura restrittiva anti-Covid: dapprima è stato il Comune di Monteroni d’Arbia, dalla settimana scorsa, a chiudere tutte le scuole dopo la notifica della presenza della variante brasiliana accertata in diversi casi emersi nella media Fucini; da ieri anche il Comune di Sovicille ha chiuso tutti gli istituti, in seguito alla decina di casi, veri e propri focolai, scoppiati nelle scuole.
E si arriva a Siena: qui sono segnalati casi positivi più o meno in tutti gli istituti; ci sono decine di classi chiuse in diverse scuole superiori, senza considerare le cinque classi del Galilei messe in quarantena per la presenza della variante inglese; ma ci sono casi positivi anche negli asili. E, come da protocollo, in presenza di un contagio accertato finisce in quarantena l’intera classe, docenti compresi e compreso il persone scolastico a stretto contatto. E’ qui la difficoltà attuale nel gestire la didattica in presenza: sembra infatti che i dirigenti scolastici stiano segnalando la mancanza di personale e difficoltà nel coprire gli orari. Ieri dunque il sindaco e gli assessori hanno fatto un primo incontro tracciando il quadro attuale delle scuole e questa mattina è annunciata la conferenza stampa per illustrare la decisione: la chiusura dunque è in vista. E inevitabilmente la chiusura arriverà: se non in toto, comunque in parte.
"Bisogna dare il tempo alle scuole di organizzarsi, comunque la decisione sarà presa sui numeri - dice l’assessore Paolo Benini -. Mancano alcuni dati al momento: bisogna capire quale è la situazione del personale di servizio, i docenti, tutto l’indotto-scuola che è coinvolto". Per prime potrebbero interrompere la didattica in presenza le superiori, forse anche le medie; più difficile bloccare elementari e materne, che con la didattica a distanza hanno maggiori sofferenze e che comporterebbero maggiori problemi organizzativi per le famiglie. Certo, poi, bisognerebbe anche evitare che i ragazzi si ritrovassero in strada o piazza, al posto che a scuola. Paola Tomassoni