Siena, 14 marzo 2018 - ANSIOSO quanto appassionato. Un tipo singolare. Da prendere sempre per il verso giusto. Parla a ruota libera ma per farlo ammutolire basta tirare fuori il taccuino. E’ lui, Massimo Marchetti. Per tutti il ‘Principe’ perché viene alle corse in giacca e fazzoletto nel taschino, incurante della polvere.
Marchetti che cavallaio è? Come si definirebbe?
«Non cavallaio ma proprietario. Non li accudisco. li affido in gestione a persone di fiducia».
Spesso lamenta di essere stato penalizzato dalla scelta del lotto.
«A differenza di altri vado in Sardegna a trovare gli allevatori come Falchi, Floris e Porqueddu, solo per citarne alcuni. Preferisco comprare puledri appena svezzati per poi formarli a Siena. Ho portato nomi come Donosu Tou, Dostoevskij, Leo Lui, Nottambulo, Alanis, Missisippi. Gli ultimi li conoscete, da Remistirio a Reo Confesso, a Rocco Nice. Iniziai con Arlem de Mores, inaugurando questa linea di sangue da cui sono poi venute Salomè, Uberta…».
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