Padoan nega dissidi, Giani contro la fusione

Il consigliere di Unicredit: "Niente disaccordi su Mps, la politica non c’entra". Il governatore: "La Toscana non può reggere 6mila tagli"

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di Pino Di Blasio

Non passa giorno senza una novità da registrare sul fronte Unicredit-Mps. A riprova che, una volta gettato il sassolino Mustier, la valanga pare inarrestabile. Passata la bufera del divorzio annunciato, Unicredit lavora alla ricerca del successore. La selezione del nuovo Ceo è partita con il Comitato Nomine impegnato ad arrivare in tempi brevi a una short-list di candidati.

Ma in primo piano c’è anche il Monte dei Paschi, con una data ufficiale di una riunione di consiglio dopo tanti rumors. Il 17 dicembre il board di Rocca Salimbeni tornerà a riunirsi per approvare la proposta di piano strategico che conterrà "taluni scenari" di fabbisogno patrimoniale. Siamo sempre nel campo delle ipotesi, perché poi, entro la fine di gennaio, la banca dovrà sottoporre alla Bce il ’capital plan’ comprensivo delle misure propedeutiche al necessario rafforzamento patrimoniale. La stima di nuovo capitale si aggira sui 2 miliardi e mezzo, i vertici del Monte confermano le stime presentate da Mediobanca ai consiglieri giovedì scorso e rivelate da Repubblica. Secondo gli advisor del Tesoro, il futuro acquirente del Monte dei Paschi potrebbe avere a disposizione, tra attività fiscali differite, aumenti di capitale programmati e sconti sulle cause legali, una bella dote da 7-8 miliardi di euro. Non male per la maggioranza di una banca con oltre 100 miliardi di raccolta, 4 milioni e mezzo di clienti, 5 secoli e mezzo di vita.

Tornando a Unicredit, ieri il presidente in pectore Pier Carlo Padoan, il nuovo uomo forte in piazza Gae Aulenti, ha cercato di spegnere i boatos sulle pressioni della politica. Ha scelto il Financial Times per replicare in poche battute che "il Monte dei Paschi non è stata la fonte di disaccordo nell’ambito dell’uscita di Jean Pierre Mustier.

Ma soprattutto l’ex ministro ha cercato di chiarire, almeno con la sua versione dei fatti, i contorni della sua nomina alla presidenza del gruppo, precisando che non è stata politica e non ha niente a che fare con Siena. Né con le ipotesi di fusioni che stanno prendendo corpo.

In un eterno valzer di novità legislative, una doccia scozzese quasi tutta in casa 5Stelle, la commissione Bilancio della Camera ha riammesso al voto, dopo averlo dichiarato inammissibile, l’emendamento del M5s alla manovra per ridurre a un massimo di 500 milioni i crediti fiscali per le banche che si aggregano nel 2021. Un modo per mettere i bastoni tra le ruote alla norma più generosa prevista in manovra e riducendo cosi i benefici per un eventuale acquirente di Mps. Ci vorrà ancora tempo perché il voto in Commissione inizierà dopo l’Immacolata. Ma non è detto che l’emendamento passerà.

Da un presidente in pectore a uno nel pieno delle sue funzioni. Impegnato nella lotteria dei colori della pandemia, tra arancione e rosso, e nel confronto con il Governo nella conferenza Stato-Regioni, Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, trova il tempo per dire la sua sul caso Unicredit-Mps. E non è affatto una dichiarazione diplomatica. "In una situazione così difficile per il nostro Paese da un punto di vista sanitario, con pesanti conseguenze sull’economia - così scandisce i concetti il governatore -, in una Toscana che sta cercando di resistere, di farsi trovare preparata alle scadenze di marzo e aprile, tra blocco dei licenziamenti e cassa integrazione, con tutte le difficoltà delle imprese e la chiusura di tanti negozi, pensare di provocare sulla nostra occupazione l’eliminazione di 6mila posti di lavoro è assolutamente inconcepibile".

Il riferimento è agli esuberi preventivati in caso di matrimonio tra Mps e Unicredit. Giani va anche oltre: "Il mercato ha mostrato di non gradire questa operazione, UniCredit deve fare i conti con l’incertezza del dopo Mustier. Ritengo assolutamente impensabile che si proceda velocemente verso la fusione. Farò tutto quello che è in mio potere per impedire una operazione fuori dal tempo e dal contesto storico".