"Montepulciano: la Cantiniera dell'anno smonta i luoghi comuni sul lavoro in cantina"

Daniela Nannotti, Cantiniera dell'anno a Montepulciano, svela i segreti del suo mestiere: uva di qualità, passione e professionalità. Critica le polemiche nel mondo del vino, difendendo la qualità del prodotto.

"I segreti in cantina sono relativi: per fare un vino di qualità ci vuole anzitutto l’uva buona, poi occorrono passione e professionalità e infine un buon enologo. Con i colleghi si parla, ci confrontiamo, anche se poi ogni azienda ha il suo prodotto". Con pragmatismo tipicamente femminile, Daniela Nannotti, appena premiata dal Vino Nobile di Montepulciano come Cantiniera dell’anno, "smonta" uno dei più radicati luoghi comuni sul mestiere da lei praticato e cioè il carattere quasi misterioso del lavoro in cantina. "Sono figlia di agricoltori – prosegue Daniela, che ha ricevuto il riconoscimento dal presidente del consorzio dei produttori, Andrea Rossi, nella tradizionale cena della Fiera dell’Agricoltura di Tre Berte – ma sono arrivata un po’ per caso all’attività in campagna. Poi, nel 2001, ho frequentato il corso di formazione per cantinieri indetto dal Consorzio e ho effettuato lo stage successivo, presso un’azienda; da lì è partita questa professione, che affianco comunque sempre al lavoro in vigna". Dal 2011 Daniela Nannotti collabora con La Ciarliana, "azienda in cui le quote rosa abbondano" tiene a precisare; il titolare, Luigino Frangiosa, la definisce "la collaboratrice che tutti vorrebbero, è attenta, seria, scrupolosa, mi fido ciecamente di lei". Mentre ci sono ancora da smaltire l’emozione e la soddisfazione per il premio, la Cantiniera 2024 si esprime anche sulle polemiche che attraversano il mondo del vino: "un’informazione che non fa distinzioni è deleteria, la chimica è ridotta al minimo indispensabile, le variazioni climatiche ci impegnano molto ma non si possono equiparare i mistificatori a chi lavora per la qualità del prodotto".

Diego Mancuso