ll drappellone post-bellico firmato da Irio Sbardellati

L’opera, realizzata per il Palio del 16 agosto 1951, guarda al passato dei fasti repubblicani

I rappresentanti dei tre Terzi cittadini sfilano per la strade di Siena e dietro tutto un popolo compatto e festante. Oltre si intravedono i luoghi ‘sacri’ cittadini, con il nostalgico skyline che tutti conosciamo a memoria, dalla Torre al Duomo, in un itinerario che ci riporta ad altre epoche. Ecco gli elementi che contraddistinguono il drappellone realizzato da Irio Sbardellati per la carriera del 16 agosto 1951. Siamo in pieno clima ‘post guerra’ e si cercano ovviamente nuovi elementi che possono riportare la Festa senese ai giorni dei fasti repubblicani. Il resto è affidato ad elementi che snelliscono l’opera e ci offrono un quadro complessivo di ottimo valore, dalle colonne che delimitano la pittura dell’Assunta che domina, come tradizione, il colpo d’occhio del cencio di Sbardellati. Fra il popolo ed i cavalieri e quel paradiso un po’ alla senese, c’è un cielo fra il celeste e il bianco delle nubi, un cielo stretto, volutamente povero, che ci vuole mostrare l’esigua distanza fra la città e il mondo celeste. Sbardellati aveva già realizzato un drappellone, quello dell’agosto del 1946, e lascerà alla storia paliesca anche il masgalano dell’anno successivo, del 1952, quello di luglio offerto dagli industriali del panforte.

Massimo Biliorsi