
Il Palazzo dell’orologio a Colle Val d’Elsa è finito al centro di un fallimento, il Comune ne chiede ora la riassegnazione
Mani sul palazzo dell’orologio, che dire: dopo la persiana, ora l’orologio. La prospettiva è quella di una risistemazione, a partire dalla funzione dell’orologio, ma non solo. La proprietà a oggi non è comunale, ma il primo cittadino, Piero Pii, ha annunciato che a breve saranno ufficializzate alcune procedure per la riacquisizione dell’immobile a proprietà pubblica. "Il palazzo dell’orologio – afferma Pii – è stato venduto circa venti anni fa a un’azienda che ha avuto problematiche fallimentari e ulteriori vicissitudini. La vendita è stata fatta dal Comune che, però, non ha mai incassato quanto doveva. Questa amministrazione, nel consiglio comunale che faremo a fine settembre, si impegnerà per portare un atto che darà il via per attivare la procedura, con il federalismo demaniale, per chiedere la riacquisizione gratuita dei quasi due piani del Palazzo dell’orologio".
Uno storico colligiano, Varno Pazzagli, diceva che l’orologio del Palazzo dell’orologio "ha segnato il tempo per decenni ed ora è stato proprio il tempo a segnarlo". Effettivamente è così. Perché uno dei palazzi più storici e centrali della città si trova in delle condizioni non idonee a quello che dovrebbe essere un centro cittadino. Arriverà, però, il ’maestro orologiaio’, o per meglio scrivere è già arrivato e ha già avuto modo di vedere ed analizzare tutti i meccanismi. Ritornerà e si impegnerà per far ripartire tutti gli ingranaggi. Così in piazza Arnolfo basterà alzare lo sguardo per vedere che ore sono. Inoltre, viene fatto sapere dall’amministrazione comunale colligiana, sarà anche illuminato.
Batterà le ore solo l’orologio centrale e non quello laterale che ha bisogno di una sostituzione totale, quindi, un’operazione ben più complessa. "Dopo essere ritornati in possesso – prosegue Pii – inizierà un percorso più complesso di recupero generale dell’immobile. Nell’atto che porteremo in consiglio dobbiamo obbligatoriamente indicare le funzioni che vogliamo attivare nel palazzo. Discuteremo, quindi, alcune ipotesi tecniche".
C’è già chi paventa possibilità di carattere pubblico. A partire da alcuni uffici distaccati proprio del Comune, oppure sedi di associazioni di volontariato o una parte della caserma dei carabinieri. Ad oggi tutte ipotesi, ma è in studio una soluzione che sarà presentata a fine settembre.