L’arte giacobina di Fromanger dalle barricate del ’68 al Palio

E’ morto il pittore che viveva tra Parigi e le Crete, sulla collina di Montauto. Dipinse il Drappellone dell’agosto ’89 della celebre ’Madonna con il passeggino’

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Aveva fatto di Siena la sua seconda casa, fonte sicuramente di ispirazione alla sua pittura: si è spento ad ottantuno anni Gerard Fromanger, un definito "visual artist", per dire che aveva messo a disposizione dell’attenzione mondiale la sua capacità di pittore, scultore, fotografo, cartellonista e molto altro.

Nato a Parigi nel settembre del 1939, era esploso all’attenzione internazionale alla fine del decennio Sessanta, con un "photorealismo" che lo impone come interprete di manifesti underground che animano i muri delle più grandi città europee.

Il 1989 sarà un anno per Fromanger tutto senese: si trasferisce nella collina di Montauto, dalle parti di Monteroni dove nella grande chiesa sconsacrata fa nascere e vivere le sue surreali opere. E grazie all’attenzione di chi lo aveva conosciuto per la sua arte impegnata, realizza il drappellone per il Palio dell’Assunta, dedicato ai duecento anni dalla ’Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino’, emanata dall’Assemblea Nazionale a Parigi.

Chi meglio di Fromanger poteva essere il medium fra la Rivoluzione francese e il mondo del Palio? Uno spirito giacobino anche nella sua realizzazione: un volo di uccelli segna il senso della libertà, mentre non passa inosservata la Madonna dell’Assunta, realizzata con un tratto scuro mentre porta a spasso un bambino nel suo carrozzino.

Una ben strana maternità che fece arrabbiare il vescovo Mario Ismaele Castellano, al suo ultimo anno in carica prima del suo pensionamento. Una polemica non da poco, nonostante i conosciuti toni bassi dell’uomo di Chiesa. La diatriba si spense quasi subito con la benedizione del cencio che poi fu vinto dal grande Benito scosso per il Drago, dopo un’accesa lotta con Pytheos, altro scosso che portava i colori del Bruco.

Artista a tutto tondo: per Fromanger non c’erano limiti nei contatti per la sua ispirazione. Ricordiamo la collaborazione con il grande schermo di Jean Luc Godard, per essere il crocevia di esperienze lontane fra di loro, fino alla grande retrospettiva del 2005, che racconta il suo volo dal 1962, esposizione itinerante che tocca la Francia, il Belgio, il Lussemburgo e la Svizzera. Persona affabile e disponibile, ricordo una bella serata passata fra quelle antiche mura, da divertente padrone di casa, pronto a mettersi a disposizione della Contrada vincitrice del suo drappellone. Un pomeriggio di fine estate con il suo sorriso e il suo un po’ snob parlato in italiano, mentre sullo sfondo prendevano colore le crete senesi e il riconoscibile skyline della nostra città.

Massimo Biliorsi