La crescita del quarto trimestre, i ricavi saliti a quota 3.088 milioni

L’utile netto del periodo a 156 milioni di euro, risultato operativo lordo a 333 milioni. La dote di 3,4 miliardi di Dta

Ci sono tanti numeri da sottolineare nel bilancio 2022 di Banca Mps, elencati in maniera puntuale dall’ad Lovaglio e dal Cfo Maffezzoni. Il primo è sul capitale: il Cet 1 ratio, principale indicatore di solidità patrimoniale, è salito al 15,6%, rispetto all’11% del 2021. Il rafforzamento è imputabile non solo, si legge nella nota del Monte, "all’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro ma anche alla riduzione di rwa (asset ponderati per il rischio, ndr) e all’utile generato" dalla banca. Calano i crediti deteriorati, a 3,3 miliardi di euro, dopo la cessione di un portafoglio di npl per 900 milioni. Cosa che ha fatto scendere i crediti deteriorati lordi al 4,2% e quelli netti dal 2,6 al 2,2%.

Il margine d’interesse, soprattutto grazie al rialzo dei tassi, è un’altra nota positiva. Su 3 miliardi e 88 milioni di ricavi complessivi, in crescita del 3,6%, il margine di interesse è risultato pari a 1.539 milioni di euro, un balzo del 26% rispetto al 2021. Diminuite anche le spese per il personale, a 1.394 milioni. Il beneficio pieno dell’esodo massiccio di personale si registrerà nei conti 2023, con risparmi superiori a 300 milioni di euro. E già oggi il rapporto costiricavi è sceso dal 72% di fine 2021 al 60% di dicembre 2022.

Nel bilancio Mps si sono ridotti sia i volumi di raccolta che gli impieghi alla clientela. La raccolta diretta è scesa del 9,2% a 82 miliardi di euro, quella indiretta dell’11,5% a 92,4 miliardi di euro, con una flessione superiore all’11% sia nella componente gestita (-11,6% a 57,7 miliardi) che in quella amministrata (-11,4% a 34,7 miliardi), che hanno "risentito - afferma Mps - dell’effetto mercato negativo". I finanziamenti alla clientela sono scesi nel corso dell’anno a 76,3 miliardi di euro (-3,9%), con un calo che "riflette l’approccio selettivo verso le imprese più grandi e le scadenze di fine anno dovute anche alla ripresa dei pagamenti delle piccole e medie imprese dopo la fine delle moratorie".

La parte finale delle cifre, però, va dedicata al quarto trimestre, al ’turning point’ per il Monte. Un utile netto di 156 milioni di euro negli ultimi tre mesi, un risultato operativo lordo a 333 milioni di euro, l’accelerazione della crescita del margine d’interesse dovuta al rialzo dei tassi, gli obiettivi di piano raggiunti in netto anticipo rispetto alla scadenza del 2026. E poi le Dta, i crediti di imposta per le perdite degli anni precedenti: una dote di 3,4 miliardi di euro, da usare per possibili nozze o quando torneranno gli utili, a fine 2023.